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ACOSTA DANZA "UP CLOSE" - coreografie varie

Gabriela Lugo in “Impronta”, coreografia ACOSTA DANZA Temporada Verano. Foto Buby Bode Gabriela Lugo in “Impronta”, coreografia ACOSTA DANZA Temporada Verano. Foto Buby Bode

Acosta Danza “Up close”
Royal Opera House - Linbury Theatre
Generous philanthropic support from Aud Jebsen.
A co-production with Valid Productions.
Acosta Danza is a Sadler’s Wells International Associate Company

EL CRUCE SOBRE EL NIÁGARA
Choreography: Marianela Boán
Costume designer: Leandro Soto
Lighting designer: Carlos Repilado
Music: Olivier Messiaen
Dancers: Mario Sergio Elías, Raúl Reinoso

IMPRONTA
Choreography: Maria Rovira
Costume designer: Zeleidy Crespo
Lighting: Pedro Benitez
Music: José V Gavilondo
Dancer: Gabriela Lugo

SOLEDAD
Choreography: Rafael Bonachela
Set and costume designer: Rafael Bonachela
Lighting: Lee Curran
Music: Chavela Vargas and Gideon Kremer
Dancers: Marta Ortega, Raúl Reinoso

MUNDO INTERPRETADO / INTERPRETED WORLD
Choreography: Juliano Nunes
Set and costume designer: Glenda León
Music: Pepe Gavilondo
Lighting: Pedro Benitez
Dancers: Laura Rodrígues, Mario Sergio Elías, Gabriela Lugo, Alejandro Silva, Zaleidy Crespo, Carlos Luis Blanco

TWO
Choreography: Russell Maliphant
Costume designer: Russell Maliphant
Lighting designer: Michael Hulls
Music: Andy Cowton
Dancer: Carlos Acosta

Londra, Royal Opera House 21 febbraio 2020

www.Sipario.it, 7 marzo 2020

Carlos Acosta, già celeberrimo Principal del Royal Ballet ed ora, da gennaio 2020, Direttore del Birmingham Royal Ballet, porta in scena alla Royal Opera House la compagnia cubana Acosta Danza, di cui è Direttore, per il debutto al Linsbury Theatre.
La compagnia ha presentato un programma composto da cinque coreografie contemporanee, tutte opere di apprezzati artisti di calibro internazionale.
La serata si apre con il passo a due El cruce sobre el Niágara (coregr. Marianela Boán), ispirato all’opera di Alonso Alegría sul funambolo francese Charles Blondin (1824-1897), che attraversò più volte le celebri cascate del Niagara, una volta persino portando un amico sulle spalle (1860). La coreografia, nella quale si percepisce lo sforzo di ricreare la lentezza e la dimensione sospesa nel vuoto, si presenta come un lavoro prevalentemente statico e fotografico, basato su geometrie e sculture, su tensioni e silenzi, e per alcuni aspetti risulta anche evocativo dell’antica arte statuaria greca di tipo dorico.
Nel successivo assolo, Impronta (coregr. Maria Rovira), creato appositamente per la compagnia Acosta Danza, la danzatrice fa di una fluidità di movimento continua e tortuosa la cifra peculiare di una sensualità intima e misteriosa, che affascina e cattura lo sguardo, perso in un caleidoscopio di emozioni.
Passo a due dal carattere narrativo, Soledad (coreogr. Rafael Bonachela) ricrea tutte le sfumature di una relazione, «from the most tender, delicate and intimate moment to the most passionate, fierce, and savage». Fondendo tecnica e interpretazione, i due danzatori raccontano la storia di due innamorati, «two people who love each other, protect each other and sometimes don’t understand each other: a relationship with all their colors». Per proseguire con le parole del coreografo, «Soledad is a technical duo, very physical, but at the same time private and with small gestures. Both men and women alike have to manipulate, hold each other, pull and push each other. There is a lot of contact and connection to give weight to the dancers». [cfr. l’intervista esclusiva, curata da Lester Vila Pereira, disponibile online su CubaSì (http://cubasi.com), data 29/01/2020]
Con Mundo interpretado (coreogr. Juliano Nuñes) l’ensemble dei danzatori trova occasione per esprimere la propria preparazione tecnica in un pezzo dove l’influenza del gesto tribale si interseca con la sobrietà di un gusto contemporaneo minimal, facendo della comunicazione d’insieme la risultante dell’avvicendarsi ripetuto di duo e trio.
“Dulcis in fundo”: Two (coreogr. Russell Maliphant), interpretato da Carlos Acosta, è un solo originariamente creato per Dana Fouras e famoso per esser stato danzato anche da Sylvie Guillem. Tutto si giostra in un piccolo spazio, una scatola di luce, fra le cui penombre il danzatore ripete delle sequenze che accrescono il potere magnetico della sua gestualità e ne esaltano il fascino incantatorio. Fra le geometrie disegnate a terra e quelle ricreate dal corpo danzante di Acosta, sembra quasi voler prender vita l’immagine di un uomo vitruviano, alla ricerca di una universale sintonia in questa nostra complessa contemporaneità.

Selene I.S. Brumana

Ultima modifica il Giovedì, 19 Marzo 2020 17:03

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