Direzione e coreografia: Daniel Abreu
Assistente alla coreografia: Janet Novas
Testo, Assistenza alla drammaturgia: Marina Wainer
Interpreti: Dácil González, Alvaro Frutos, Álvaro Esteban, Anuska Alonso e Daniel Abreu
Disegno luci: Irene Cantero, Spazio scenico: Daniel Abreu, Tecnico del suono: Sergio García, Fotografia Alberto Bañares
Co-produzione Mercat de les Flors y Auditorio de Tenerife, Con il sostegno Modul Dance, In coproduzione con Istituto Cervantes – Roma
Teatro Palladium, all'interno di Romaeuropa Festival, 16 novembre 2012
La lingua parlata dai corpi
Il palcoscenico bianco è cosparso di scaglie scure, e rami di alberi stilizzati aggrovigliati come i fili di una ragnatela pendono dall'alto. Siamo in un bosco onirico in cui la terra non sporca e la vegetazione non intralcia. Siamo al Palladium, nello spazio sospeso e psicologico di Animal, l'ultima creazione di Daniel Abreu.
Cinque danzatori si contendono la scena, compongono quadri che sfumano uno dentro l'altro, riempiono lo spazio con dei corpi che non sono solo belli, sono intelligenti. I movimenti di Dácil González, Alvaro Frutos, Álvaro Esteban, Anuska Alonso e Daniel Abreu rivelano una ricerca urgente, un'ostinata perlustrazione del territorio della comunicazione non-verbale. Quei corpi dialogano fra loro riuscendo a creare una drammaturgia fisica puntuale e avvincente, intraducibile in parole. Il dialogo si fonda sul contatto, sull'abbandono del peso al corpo dell'altro, sull'affidamento, totale, al compagno e al suolo.
Flessuosità e pesantezza, fluidità e rapidità sono i binari su cui scorre la danza di Animal. Affidamento e fiducia sono d'obbligo: il linguaggio dei corpi non ha un vocabolario codificato, non è come la lingua, arbitraria ma efficace, ereditata dagli avi, va costruito insieme, sul palco. È questa condizione pre-linguistica, latamente pre-umana, che Daniel Abreu vuole scandagliare: quali sono le possibilità espressive in condizione pre-umana? In che maniera l'uomo è animale, senza per questo abdicare del tutto alla propria condizione di essere umano? Gli atti dei danzatori non sono puramente istintivi: la loro ricerca procede con successi e sconfitte, i volti e i corpi mostrano di volta in volta il coraggio, la rabbia, la passione, o lo smarrimento, la disperazione. Attraversano strisciando il palcoscenico, combattono, si sorreggono, si ignorano e si cercano.
Le musiche che intervengono nella composizione drammaturgica coloriscono le azioni coreografiche iniziate nel silenzio e ne modificano il senso. Ricordandoci che il contesto fa l'azione. E che lo stesso gesto (la stessa parola) cambia valore, se cambia lo sfondo.
Animal è uno spettacolo in cui ogni componente è in equilibrio con le altre e assume significato solo nella relazione. Uno spettacolo in cui la danza è animale al di là del titolo dello spettacolo perché, come dice lo stesso Abreu "se uno disarticola il corpo e inizia a muoversi cercando questa disarticolazione, immediatamente l'animalità comincia ad apparire".
Bruna Monaco