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BÉJART BALLET LAUSANNE - coreografia Maurice Béjart e Gil Roman

Béjart Ballet Lausanne. Foto  Ilia Chkolnik, BBL Béjart Ballet Lausanne. Foto Ilia Chkolnik, BBL

Omaggio a Pier Paolo Pasolini
Béjart Ballet Lausanne
t ’M et variations…
coreografia di Gil Roman
Béjart fête Maurice 
coreografie di Maurice Béjart

messa in scena Gil Roman 
dedicato a Micha van Hoecke
con il supporto di SwissArtsCouncil Pro Helvetia
Ravenna Festival, Palazzo Mauro De André, 15 luglio 2022

www.Sipario.it, 17 luglio 2022

Il Béjart Ballet Lausanne rende omaggio all’arte e alla figura del fondatore e del direttore artistico della compagnia, con un dittico firmato da Gil Roman con t ’M et variations…  e con Béjart fête Maurice.
Dalla sua fondazione nel 1987, il Béjart Ballet Lausanne è stata una compagnia di danza di fama internazionale e ha riscosso un grande successo presso il pubblico di tutto il mondo. Gil Roman, successore designato di Maurice Béjart e direttore dell'ensemble dal 2007, ha mantenuto intatta l'eccellente reputazione della compagnia, di cui ha arricchito il repertorio con significative coreografie. t 'M et variations è stato concepito nel 2016, dieci anni dopo la morte di Maurice Béjart. La partitura musicale è eseguita dal vivo sul palco dal duo Citypercussion, una serie di brani delicati quanto spiritosi sul tema dell'amore e dei giochi che esso genera, con percussioni di un affascinante eclettismo che mettono in luce l'eccellenza dei musicisti quanto quella dei ballerini. Questo è un esercizio in stile béjartiano, una coreografia affascinante, colorata e ricca di virtuosismi, di passi che si allineano come parole: un pas de deux, un pas de trois, un ensemble, un gesto energico, poi più lirico, poi incredibili arabesque.La scrittura coreutica di Gil Roman è efficace, forse non sorprendente, tuttavia sa mettere in scena l'anima del suo maestro.Ciò che spicca in questo pezzo sono soprattutto i suoi ballerini, mostrati in tutta la loro diversità individuale, in tutta la loro modernità.E’ un balletto dove i movimenti diventano parole rivolte al maestro,una lettera d'affetto e riconoscenza. Il coreografo Gil Roman propone una serie di variazioni sul tema dell'amore e della necessità interiore della danza.Un racconto di cinquanta minuti in cui passi di pura danzaattraverso i corpi atletici dei ballerini ci parlano di amicizia e amore che mettono in relazione gli esseri viventi contro ogni previsione, a volte contro tutti.Al suono delle percussioni, la coreografia alterna calligrafia coreutica e convulsioni esplosive. E’ la conferma che l'eredità di Maurice Béjart continua a vivere.
In Béjart fête Maurice del 2016 Gil Roman ha riunito estratti di alcune coreografie del maestro in un'unica suite, ma così sapientemente scelti e messi in successione da dare vita ad una nuova opera. Una serie di passi a due intrecciati con i brani musicali dei diversi balletti, a piedi nudi seguiti da altri sulle punte, estratti di coreografie divenute mitiche affiancati ad altre quasi sconosciute per raccontarci un artista, Maurice Béjart, che ha segnato un'epoca. Questa scelta mostra le diverse fonti di ispirazione di Maurice Béjart: il fascino per le danze etniche, la purezza delle linee e della musicalità, l'umorismo. Ogni passo a due guarda al successivo, si fonde, scivola in esso in una transizione studiata che evita l'effetto dell’elenco dei pazzi migliori, e dà risalto a tutta la diversità della danza di Maurice Béjart. Per iniziare e concludere il questo omaggio, Gil Roman ha scelto un brano di gruppo, mostrando tutto il talento che aveva Béjart nell'usare il gruppo, e l’ energia che da loro emana. Ma per questa occasione,per estendere il suo omaggio a Pier Paolo Pasolini e a Micha van Hoecke, importanti figure nel mondo di Béjart, Gil Roman ha rivisitato il magistrale caleidoscopio di brani che aveva creato nel 2016 includendo il duetto Les Moines, estratto dal balletto Opera ed ispirato al film Uccellacci Uccellini, e mettendo in luce Hoffenbach in Gaieté Parisienne, autore portato al successo da van Hoecke nella danza del secondo ‘900. E’ quasi un gala, ma non si ha la sensazione di guardare una bellissima antologia, bensì c’è l’atmosfera di una festa che culmina nella spirale in cui tutti i personaggi del mondo di Maurice Béjart si uniscono dando l’impressione di attraversare il tempo.
Il pubblico del Ravenna Festival ha riservato un'accoglienza più che calorosa allo spettacolo, a dimostrazione del fatto che è molto legato a questa compagnia.

Giulia Clai

Ultima modifica il Domenica, 24 Luglio 2022 17:38

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