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COME LE ALI 2° MEDITAZIONE SU CAINO E ABELE - coreografia Roberto Zappalà

"Come le ali - 2ª meditazione su Caino e Abele", coreografia e regia Roberto Zappalà "Come le ali - 2ª meditazione su Caino e Abele", coreografia e regia Roberto Zappalà

da un'idea di Nello Calabrò e Roberto Zappalà
Coreografia e regia di Roberto Zappalà
Danzatori: Adriano Coletta e Filippo Domini
Disegno costumi: Veronica Cornacchini e Roberto Zappalà
Direttore tecnico: Sammy Torrisi
Produzione: Scenario Pubblico / Compagnia Zappalà Danza- Catania
al Parco Horcynus Orca di Capo Peloro di Messina - 1° settembre 2018

www.Sipario.it, 3 settembre 2018

Lì dove ti pare di toccare Scilla con una mano standotene seduto sulla punta di Capo Peloro a Torre Faro (la mitica Cariddi) con un'infinità di petroliere, navi come grattacieli e natanti d'ogni tipo che sembra quasi vogliano lambirti e accarezzarti (tanto passano vicine dalla riva siciliana), in un luogo chiamato Parco Horcynus Orca di memoria stefanod'arrigoiano, si svolge per il secondo anno la manifestazione Movimenta. Una sorta di festival senza che lo si appelli tale, in cui giocano un ruolo determinante la danza, la musica, l'architettura e le residenze artistiche, inaugurato ad inizio settembre con la presentazione del libro di Roberto Zappalà, Omnia Corpora, a cura della collega dark Vincenza Di Vita e dallo spettacolo di danza Come le ali che è la 2ª meditazione su Caino e Abele, il cui 1° step denominato Corpo a Corpo è andato in scena lo scorso marzo, mentre al Festival BolzanoDanza è stata presentata la versione ultima di Liederduett. Ricordo brevemente che la Compagnia Zappalà Danza nasce nel 1990 a Catania e nel 2002 è stata realizzata e aperta una struttura denominata Scenario Pubblico, sede della compagnia, ritenuta ormai una delle principali realtà della danza italiana, con alle spalle una cosa come oltre 50 coreografie create dal drammaturgo Nello Calabrò e dallo stesso Roberto Zappalà. Gli spettacoli della Compagnia Zappalà si caratterizzano per i temi che coinvolgono la Sicilia e per un rigoroso lavoro sul linguaggio coreografico MoDem (che sta per Movimenti Democratici) e la ricerca sulla fragilità dei corpi. Tra gli ultimi riconoscimenti: il Premio dell'ANCT (Associazione Nazionale Critici di Teatro nel 2013) e il Premio Danza & Danza migliore produzione italiana nel 2009 per A. Semu tutti devoti tutti? e nel 2015 per La Nona (dal caos, il corpo). È chiaro che io riferisco di ciò che ho visto, ovvero del pezzo Come le ali, interpretato da Adriano Coletta e Filippo Domini. I quali all'inizio s'avanzano sulla scena avvolti la lunghi camicioni bianchi, d'ispirazione chiesastica, con frange pennute di nero e che poi una volta lasciati cadere a terra sembrano assumere l'aspetto di due belve perché inguainati da tute camouflage di vari colori. E se non fosse che uno ha i capelli lunghi stretti da un codino l'altro decisamente corti, potrebbero essere scambiati per gemelli, due immagini d'una stessa medaglia, insomma due fratelli cui piace agghindarsi alla stessa maniera, senza che si distingua chi sia Caino o Abele. Che si muovono sullo spazio scenico all'unisono, preferendo abbracci, toccamenti, strofinamenti, passi da lambada ad un lotta ferale che non ci sarà mai. Complice una colonna musicale che alterna suoni dolci di Brahms a quelli elettronici minimalisti di Pan America, dal pop barocco di Scott Walker al metal dei Son 0))). In grado i due acrobatici e funambolici danzatori di sussurrare al pubblico d'essere la luce, il mare, il respiro, l'odio, il respiro, gli alberi, l'onda, la storia e una serie di animali come il rinoceronte e la balena. Insomma d'essere i preferiti d'un futuro prossimo che gareggiano quasi a chi dei due riesca a fare i salti più alti o chi compia le più belle figurazioni d'una umanità metamorfica. Uno spettacolo emozionante, sprizzante amore nei suoi 50 minuti di esecuzione, durante il quale Caino non ucciderà mai Abele, negando ufficialmente il primo omicidio dell'umanità, lasciando una lunga scia di pace con due fratelli che non sono più due angeli della morte ma piuttosto due angeli del perdono.

Gigi Giacobbe

Ultima modifica il Mercoledì, 05 Settembre 2018 09:34

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