Coreografia, regia e costumi di Roberto Zappalà
da un'idea di Nello Calabrò e Roberto Zappalà
Musiche: Nick Cave, Johannes Brahms
Realizzazione costumi: Debora Privitera
Luci: Roberto Zappalà
Direttore tecnico: Sammy Torrisi
Con: Gaetano Montecasino, Fernando Roldan Ferrer
Co-produzione Scenario Pubblico/Compagnia Zappalà Danza-Centro di Produzione della Danza e Bolzano Danza/Tanz Bozen.
MILANO, Festival MilanOltre, Teatro Elfo Puccini, 10 ottobre 2018
Corpo a Corpo: l'intima creazione su Caino e Abele
Un affondo e una riflessione sui primordi della storia dell'uomo è il lavoro dedicato a Caino e Abele dal titolo Corpo a Corpo firmato dal coreografo Roberto Zappalà, primo capitolo del percorso di ripensamento e "meditazione" sui figli di Adamo ed Eva. Una creazione, quella del coreografo catanese, che si inscrive fra le opere coreografiche volte a scandagliare gli itinerari empirici della violenza, del conflitto etico e del discernimento fra bene e male nel riferimento a quella prima lotta che struttura e pone l'avvio del dramma dell'uomo contro l'uomo.
Preludio di progressiva decadenza nella miseria dell'umano, l'episodio è trattato nel vocabolario di Zappalà con l'essenzialità dell'incedere coreografico: nelle battute iniziali lo svolgimento del tema sembra prediligere la minuta e intima elaborazione di un movimento recondito ma condiviso e che appare, a tratti, finanche ancestrale; nel prosieguo diviene manifestazione poderosa di urlo, conflitto, tensione, rifiuto, violenza preferendo l'affrancamento dall'eloquenza del vocabolario tersicoreo più elaborato per uno sviluppo immanente, vissuto, umano. In tale duplice itinerario coreico non è quasi mai dimenticato l'ineludibile riferimento alla relazionalità trascendente che è struttura e cardine di riferimento del tema scelto nella creazione.
Nei ruoli Gaetano Montecasino e Fernando Roldan Ferrer a dialogare con una struttura coreografia pensata nel reiterato riferimento a metafore, simboli e richiami che impongono letture ermeneutiche di prim'ordine: il dialogo fra Caino e Abele vive, specificamente, nel quadro di un incontro di pugilato e guadagna sviluppo nell'atto di contornare il perimetro dell'azione scenica con quel sale sparso che è, nel contempo, segno di multiforme e polivalente semantica.
Una creazione intima, questa, presentata in prima assoluta lo scorso mese di marzo a Catania e oggi proposta al pubblico milanese del Festival Milanoltre come spaccato di quella danza contemporanea che sa imporsi e divenire spazio di ripensamento e riflessione sull'umano. Un'indagine, nata da un'idea di Nello Calabrò e Roberto Zappalà e co-prodotta da Scenario Pubblico/Compagnia Zappalà Danza-Centro di Produzione della Danza e Bolzano Danza/Tanz Bozen, che in tale primo episodio è analisi di un vissuto colmo di fratture, intimità, rotture e che alla vigorosa scissione alterna condivisioni e prossimità quali cifre ineludibili dell'esistere in bilico tra immanenza e trascendenza.
Vito Lentini