Balletto in tre atti
Libretto: Jules Henri Vernoy de Saint Georges e Joseph Mazilier a cura di Marius Petipa.
Coreografia: Marius Petipa. Nuova versione di Alexei Ratmansky, Yuri Burlaka.
Musiche di Adolphe Adam, Léo Delibes, Cesare Pugni, Pyotr von Oldenburg, Riccardo Drigo, Albert Zabel, Julius Gerber.
Scenografia: Boris Kaminsky. Costumi: Elena Zaitseva. Luci: Damir Ismagilov.
Con: Svetlana Lunkina, Ruslan Skvortsov, Alexei Loparevich, Andrei Merkuriev, Nina Kaptsova, Vyacheslav Lopatin, Anastasia Stashkevich e il Corpo di Ballo del Bolshoi.
Orchestra del Teatro Bolshoi. Direttore: Pavel Klinichev.
MOSCA, Teatro Bolshoi, al cinema il 17 novembre 2013 e il 14 gennaio 2014.
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Quella del Corsaro - secondo titolo della stagione delle dirette al cinema dal Bolshoi di Mosca - è una storia lunghissima iniziata a Parigi nel 1856 quando su musica di Adolphe Adam e con coreografie di Joseph Mazilier il balletto iniziò a vivere con l'italiana Carolina Rosati impegnata nel ruolo di Medora.
Se è vero che la storia è memoria degli eventi accaduti allora in questo caso un vasto racconto caratterizza queste vicende a tratti anche oscure dal momento che spesso le fonti non concordano sotto plurimi aspetti.
A ogni modo già prima della fine del XIX secolo numerose furono le versioni del balletto con abbondanti aggiunte musicali e coreografiche. Rielaborazioni in molti ambiti interessarono questo titolo che oggi ci è proposto dal palco del Bolshoi di Mosca in una nuova produzione del 2007 firmata da Alexei Ratmansky e Yuri Burlaka; esito di un lavoro plurimo reso possibile anche grazie agli studi nei luoghi in cui sono disseminate le tracce del balletto: Bakhrushin Museum di Mosca, St. Petersburg State Theatre Library, Opéra national de Paris e Bibliothèque nationale de France, Harvard Theatre Collection.
Il balletto - noto anche come Le Corsaire e arrivato nel 2007 al Teatro Regio di Torino - squaderna in tre ore i bellissimi frutti coreografici del repertorio classico modulati su una trama che ad alcuni è spesso sembrata macchinosa ma che, nel contempo, apre avvincenti pagine di viaggi, avventure, fughe d'amore, rapimenti ed estatiche visioni femminili incastonate nelle ricchezze orientali.
Sebbene non si trattasse di una diretta ma di una rappresentazione registrata e già inserita in una precedente stagione, si è rivelato interessante riscoprire le appassionanti vicende del corsaro Conrad e della bella Medora qui interpretati da Ruslan Skvortsov e Svetlana Lunkina. Entrambi principals del Bolshoi, mostrano una buona tecnica intercalata ai momenti in cui il corpo di ballo regala corali esiti coreografici. Sotto questi rispetti alle energiche danze dei corsari si alternano le deliziose danze femminili che nel celebre jardin animé del secondo atto trovano ampio spazio per palesare candidi trionfi floreali.
Questa nuova versione offre pagine musicali non sempre presenti in altre produzioni del balletto con le consequenziali nuove creazioni coreografiche. Rispetto ad esse non di rado si sono aperti ampi e animati dibattiti anche in riferimento ad altri lavori sui balletti dell'Ottocento. Ricostruzioni che spesso hanno visto l'inserimento al loro interno di nuove invenzioni coreografiche rese necessarie - a onor del vero - a causa della perdita di considerevoli pagine dei balletti originali. Quantunque sia rilevante esula da questo breve scritto porre mente alla lunga e approfondita analisi sui nuovi assetti coreografici ai quali approdono queste tipologie di lavori. Novità che, ad ogni buon conto, in questa versione non sembrano palesare quella eccedenza che snatura l'equlibrio dell'ossatura coreografica già nota.
Dal punto di vista musicale qui si annoverano i brani di sette compositori: un collage capace di creare un piacevole mosaico che rivela sulla scena la lunga evoluzione del balletto. Il restyling dei costumi propone eleganti e gradevoli accostamenti cromatici in quelle fogge basate sui bozzetti di Evgeny Ponomaryov (1899).
Il naufragio finale chiude questa versione con i due protagonisti risparmiati dalla morte. Su di loro e sul balletto non c'è dubbio che si continuerà ancora a lavorare per approdare a nuovi esiti capaci di perpetuare il lungo destino che fin dall'inizio si è posato su questo titolo così amato dai ballettomani di tutto il mondo.
Vito Lentini