ACHILLE IDOL SUPERSTAR ELECTRIC ORCHESTRA
ACHILLE LAURO IN CONCERTO
con Achille Lauro e la sua band
e con Orchestra Magna Grecia diretta dal maestro Piero Romano
rassegna Marostica Summer Festival
Marostica (Vicenza), Piazza Castello 9 luglio 2022
Un viaggio musicale, quello del cantante e performer Achille Lauro, in continua evoluzione, che sa stupire volta per volta e che dà allo spettacolo italiano delle innovazioni vere che da tempo non si vedevano, così istrioniche musicalmente e molto teatrali, al punto tale che un suo spettacolo, come questo visto al Marostica Summer Festival va di gran lunga a sovrastare le sole incisioni negli album. Mi spiego meglio: la musica ascoltata nei cd e nelle tracce non rende completamente le vere performance che l’artista inscena sul palco in questo suo tour Achille Idol Superstar, che fanno capire subito di che pasta è il vero Lauro. Frutto, il tutto, di una combinazione straordinaria tra musicisti (la sua efficacisima band), estro, molto talento e profondità interpretativa, degna di un vero performer qual è. Insomma, non siamo certo di fronte a un concerto ma a molto di più, in questo caso specifico a un viaggio trascendentale plasmato in un’opera rock pop punk, e molto di più. Achille Lauro non è un personaggio banale, scontato, semmai è all’opposto e questo lo si capisce fin dai primi istanti del suo spettacolo, perché di questo infatti si tratta. Supportato ottimamente dalla band, tutti in canotta, muscoli e tatuaggi, ma per favore non fermiamoci a questi particolari, Lauro approfondisce temi attuali e consacra se stesso e il tempo in cui vive ma al tempo stesso lo maledice in qualche modo, attraverso i numerosi brani interpretati, a cominciare dal primo, “Generazione X”. Le sonorità entrano di getto nelle profondità, in quella accennata prima che lo riguarda da vicino e che non lo può assimilare a molti altri suoi “colleghi”, così incredibilmente lontani da lui per qualità artistica e musicale. Di strada ne ha fatto molta Achille Lauro, dagli inizi, sempre spiazzando e sperimentando, e ne avesse sbagliato uno di passo, macchè. Segno di una grande vitalità, di un percorso fissatosi che mi fa dire che di un performer così, di una musica così ne avevamo proprio bisogno in un panorama piatto e lineare. Sta di fatto che Lauro riesce a mantenersi ben saldo nella sua posizione e c’è da scommettere che il proseguo sarà per molti anni così, cosa che gli auguro assolutamente, ma del quale ne sono anche certo in fondo. Lo spettacolo, a un certo punto in poi musicato anche dall’Orchestra Magna Grecia diretta da Piero Romano, è costruito da cinque interludi dove in ognuno sono inseriti i brani che vanno a compore l’opera rock pop punk che narra un concerto e viceversa, in un continuo evolversi scenografico, una costruzione di grande impatto elettrico di colori, disegni, luci, che non lascia scampo e coinvolge pienamente, Sembra per certo versi di esser tornati a quei momenti di grande resa musicale (e innovativa) degli anni Settanta, con i Genesis di Peter Gabriel a proporsi per il reinventare del rock. Ecco, qui si collega Achille Lauro, che mostra agli intervenuti uno spettacolo degno di essere chiamato tale, che è ben lontano dall’essere solo un concerto. Le hit dell’artista scivolano via “Maleducata”; “Me ne frego”, “Zucchero”, “Domenica”; “Roma”, “Ban bam twist”, “1969”, il clima in platea è rovente, questo grazie a un seguito di fans scatenati che probabilmente vede in Lauro non il solito piroettatore per qualche estate e via, rendendogli attenzione anche nei monologhi registrati che parlano di malesseri. Lauro gioca talvolta con pose da divina, fa parte del suo personaggio, lancia acqua dalle bottigliette alle prime file, ma soprattutto trionfa musicalmente in maniera impeccabile. Quello che si nota è una certa liturgia, laica ovviamente, che declina tutto e di più in due ore e passa. Solo tre i cambi dell’artista, da un completo nero alla tutina oro (“Sono vestito strano?”, chiede al pubblico, ancora senza ammiccare né compiacersi,) al completo crema del finale, col torso nudo e tatuato che va a rafforzare l’immagine, non dimentichiamoci che siamo sempre in un contesto musicale. La gran festa, perché di questo si tratta, va a concludersi con altri brani rappresentativi di Lauro, da “Penelope” a “Rolls Royce”, ai bis di “Scusa” e “C’esta la vie”, uscendo, come si conviene a un grande divo, lasciando il finale alla band e all’Orchestra della Magna Grecia, perfettamente inserita nel contesto. Tanti gli applausi.
Francesco Bettin