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CAMPOSANTO MON AMOUR - di Paride Acacia

"Camposanto mon amour ", di Paride Acacia "Camposanto mon amour ", di Paride Acacia

di Paride Acacia

all'interno della rassegna teatrale "Atto unico. Scene di Vite, Vite di Scena"

curata da QA- QuasiAnonimaProduzioni

diretta Auretta Sterrantino

Produzione: Efrem Rock di Messina

Messina, Teatro Savio 20 marzo 2016

www.Sipario.it, 21 marzo 2016

Contrariamente a quanto diceva Albert Camus che "sapere che dobbiamo morire mette in luce l'assurdità della vita", Paride Acacia esorcizza l'eterna nemica mettendo in scena nel Teatro Savio di Messina Camposanto mon amour, un musical in chiave pop rock di cui ha scritto la drammaturgia, collaborando alle musiche composte da Massimo Pino eseguite dal vivo con le chitarre di quest'ultimo, con le percussioni e batteria di Peppe Pullia e le tastiere di Simona Vita. Certo, un po' tutti cerchiamo di non pensare a quando non faremo parte di questo mondo. Achille Campanile ne Il povero Piero ha reso la morte esilarante, non così Totò nella sua Livella che ci riporta all'editto di Saint Cloud per il quale tutte le tombe dovevano essere uguali, per non dire dei Sepolcri di Foscolo costruiti in particolare per soddisfare la vanitas dei vivi. Acacia da canto suo è convinto che "la morte non esiste perché quando lei arriva noi non ci siamo più". E dunque che fa? Veste quattro ragazze da indiavolate becchine con i nomi di alcuni elementi chimici che cantano, ballano e dissertano con ironia sul senso della morte e della vita e non avendo costoro in mano nessun teschio di Yorick da riesumare, interagiscono tra loro alla scoperta d'una pietra filosofale che possa renderle immortali. Certamente un pensiero utopico che tuttavia consente loro d'intonare la canzoncina del titolo che continua con se ci entri non ci esci più. Le quattro ragazze sono Vetriola, meglio noto come acido solforico (Gabriella Cacia), Antimonia (Francesca Gambino), Arsenica (Elvira Ghirlanda) alle quali si aggiunge Saturnia (Milena Bartolone) una singolare figurina bionda che da una dozzina d'anni vive reclusa nel cimitero cittadino all'interno di un'ampia cassa-sarcofago dagli interni rossi, trasformata in un sorta di camerino teatrale, con un passato da cantante col soprannome di Baby Jane, pure sfortunata perché diventata afona, cui si aggiunge il fantasma di Cassandra (Laura Giannone). Dello spettacolo si apprezzano le musiche della piccola band musicale, le coreografie di Sarah Lanza e la regia di Acacia che s'ispira ad alcuni musical dark di Broadway e di Londra, ricchi di fumogeni arcobaleno, con mezzi quei teatri supersonici e pure esagerati, cercando di evitare tanti luoghi comuni sul significato dei defunti e di tutto il bailamme che segue.-

Gigi Giacobbe

Ultima modifica il Sabato, 26 Marzo 2016 00:31

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