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ULISSE - con Sergio Basile

Sergio Basile in "Ulisse" Sergio Basile in "Ulisse"

L'arte della fuga- Navigando da Bach a Dallapiccola
di Auretta Sterrantino
In collaborazione con il Centro Studi Luigi Dallapiccola
Interprete: Sergio Basile

Al piano Filippo La Marca
Produzione: QA-QuasiAnonimaProduzioni- Messina
nella Chiesa Santa Maria Alemanna di Messina 24 febbraio 2019

www.Sipario.it, 25 febbraio 2019

Possono Bach e Dallapiccola, come dire l'arte figurativa e l'arte astratta, diventare un tutt'uno? Avvertire che gli spartiti d'una suite francese di Bach si riversino perfettamente, come in un continuum, nelle note dodecafoniche dell'Ulisse di Dallapiccola? Pare proprio di sì, dopo aver assistito all'esaltante spettacolo Ulisse di Auretta Sterrantino nella congeniale chiesa gotica di Santa Maria Alemanna di Messina, sostenuto da un eccellente Filippo La Marca al pianoforte e da Sergio Basile attore navigato dietro un microfono dal verbo chiaro e dall'infinita varietà di toni e suoni vocali che ha letto-recitando il bel testo della Sterrantino, definito dal maestro Mario Ruffini (presidente del Centro Studi Dallapiccola con sede nel Conservatorio Cherubini di Firenze) nella tavola rotonda che ne è seguita, "un'opera nuova, autonoma, che allarga il panorama dei lavori ruotanti attorno all'Odissea di Omero". È un Ulisse marinaro quello della Sterrantino che c'ha preso gusto a navigare per mari tempestosi, sedotto da maghe e vestali che s'innamorano di lui e che dopo 10 anni di guerra di Troia e 10 anni a circumnavigare in lungo e in largo le acque del Mediterraneo ed essere finalmente ritornato nella sua Itaca e aver abbracciato sua moglie Penelope e suo figlio Telemaco, non si rassegna a stare in panciolle senza far niente. Il mare l'ha segnato. La salsedine ha rinsecchito la sua pelle ma non ha sclerotizzato i suoi neuroni. Certamente armerà una nuova nave e un nuovo equipaggio alla ricerca di nuove terre e nuove emozioni. Lo potremmo accostare oggi ad un novello Indiana Jones o ad un redivivo capitano Achab che scomparso legato al corpo d'una balena ricomparirà ancora per un ennesimo assalto al coriaceo e sguizzante corpo d'una nuova Moby Dick. Ulisse è un personaggio mitico, un archetipo entrato nei cromosomi dell'uomo che cerca sempre il nuovo e che riparte tutte le volte che l'ha trovato, incessantemente, senza fine. Dallapiccola sin da giovane ha amato Ulisse, ne ha scritto pure un meraviglioso libretto che ha portato tante volte in scena. Possiamo affermare che in questo personaggio si trova veramente la summa della sua musica. In Odisseo lui ritrova il Leopold Bloom dell'Ulisse di Joyce. Lui stesso si sente un Ulisse sempre in viaggio alla ricerca di nuove sirene. Indossa quasi i panni del corsaro Forgael immortalato dal poeta irlandese William Butler Yeats nel suo dramma lirico The shadowy waters (Nelle acque tenebrose), o un redivivo Olandese volante wagneriano che impiegò trecent'anni per ritrovare la sua donna. Il libretto, di Dallapiccola tratto da Omero, cammina su endecasillabi accuratamente ricreati sul dettato omerico filtrato attraverso Dante e Joyce, ed è a questo scritto che s'ispira Auretta Sterrantino prendendo le distanze però quando quegli endecasillabi ricchi di musicalità si caricano di nuovi colori che ammiccano ad una realtà metafisica ancora inesplorata. Navigando da Bach a Dallapiccola echeggia il sottotitolo di questo Ulisse della Sterrantino, caratterizzato da un intenso lirismo e da profondi contenuti spirituali e ideali, molto applaudito alla fine da un pubblico ipnotizzato che avrebbe voluto rivedere l'intero spettacolo e che ha seguito con molto interesse il dibattito che è seguito, coordinato dalla collega sempre dark Vincenza Di Vita e al quale ha preso parte pure Paolo Campione, docente di Storia dell'Arte dell'Università di Messina.

Gigi Giacobbe

Ultima modifica il Martedì, 26 Febbraio 2019 22:49

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