di Vincenzo Bellini
Elvira: Elsa Dreisig (soprano)
Lord Valton Luc Bertin Hugault (baritono)
Sir Giorgio: Nicolas Teste (basso)
Lord Arturo; Francesco Demuro (tenore)
Sir Riccardo Forth: Igor Golovatenko (basso)
Sir Bruno Robertson: Jean Francois Marras (baritono)
Enrichetta di Francia: Gemma Ni Bhriain (mezzosoprano)
Regia: Laurent Pelly
Direzione musicale: Riccardo Frizza
Opera Bastille, Parigi dal 10 settembre al 5 ottobre 2019
Mentre all'Opera Garnier davano La Traviata, alla Bastiglia andavano in scena sabato sera I Puritani. È (ancora una volta) il trionfo parigino dell'Opera italiana. Da anni, per la verita – più esattamente da quando Stephane Lissner ha lasciato La Scala per l'Opera National de Paris (vale a dire Opera Bastille+Opera Garnier) – le opere italiane, come due o tre secoli fa, tengono banco a Parigi. Con i Puritani si intreccia, in un calendario aggrovigliato, dal 25 settembre fino al 13 novembre Madame Butterfly. Poi, finite le rappresentazioni dei Puritani, sarà subito la volta (dal 25 ottobre al 23 novembre) del Don Carlos di Verdi. Una overdose di Bel Canto. C'entra qualcosa Lissner?. Forse. Ma vero è che a Parigi, come tutti sanno, il teatro italiano è sempre stato amato. A volte, per la verità, anche odiato (penso alle gelosie della Comedie francaise, a Berlioz...) . E non è certo un caso che molti dei nostri musicisti abbiano vissuto a Parigi e che sempre a Parigi molte delle loro opere migliori siano andate per la prima volta in scena. La lista sarebbe lunghissima: da Cavalli a Caccini a Piccinni, a Paisiello a Cherubini, Donizetti, Rossini, a Verdi, Bellini.... I Puritani, alla prima parigina del gennaio del 1835, conobbero un trionfo. Sia al Teatro italiano che in quello francese, che volle rappresentarli subito dopo. Trionfo che invece non conobbero, o comunque non nella stessa misura, in Italia, che Bellini lascio' forse proprio a causa (o memore) dei fischi che accolsero la prima milanese della Norma. Questa ripresa parigina dei Puritani è stata molto gradita ai parigini che occupavano i 2300 posti del teatro della Bastiglia (enorme, ma acustica eccellente) sebbene la rappresentazione di sabato 5 coincidesse con la notte bianca, con feste di strada e musei aperti. Una bella sorpresa è stata la regia: niente stravaganze e ridicole attualizzazioni alle quali portroppo la Bastille si era andata abituando, ma rigore storico e geometrico delle scene, compostezza e utilizzo coreografico del coro, eccellente per voci e passi di danza. I cantanti sono stati bravi, senza strafare, voci, recitazione e dizione giusti, con un Demuro forse un po' al di sotto del personaggio non tanto per voce quanto per presenza scenica: Demuro è un tenorino niente male, ma poco adatto a interpretare grandi personaggi. Vero è Lord Arturo grande personaggio non è, dal momento che scompare al primo atto per ricomparire solo al terzo. Bravi tutti gli altri, bravissime Elvira e la Regina, molto aspplaudita anche la direzione musicale di Frizza.
Attilio Moro