RAMZI ABUREDWAN e ENSEMBLE DAL’OUNA
con la partecipazione di MONI OVADIA
Festival Duni
Potenza, Auditorium del Conservatorio 19 settembre 2022
La presenza di Ramzi Aburedwan è stata importantissima soprattutto in questo strano periodo che stiamo vivendo. Egli palestinese, ha intessuto nella sua vita tutto ciò che dona importanza a quel senso di comunicazione necessaria per porre ponti e non per distruggerli. Pertanto attraverso la musica tutto ciò ha una presenza essenziale. E questo supera qualsiasi discorso in nascita. Aburedwan porta con se certamente un passato assolutamente difficile, fatto di violenze e di soprusi ma la sua forza sta proprio in questo, superare, quindi credere in una possibilità di dialogo che possa in qualche modo vincere le resistenze e soprattutto evitare i conflitti. Il suo concerto si dipana in una sala fredda del Conservatorio di Potenza ma che riesce a riscaldare proprio con la sua forza coinvolgente. Assieme al suo quartetto eccezionale, il Dalouna Ensamble ha narrato la sua forte presenza, ha narrato il significato di vivere e di portare attraverso il canto e la danza, la ritmica e l’armonia, quel benessere che è sempre più necessario. Una decina di brani preceduti dalla presentazione del libro a lui dedicato con la presenza del direttore artistico del Festival Duni Dinko Fabris. E poi l’esondante presenza di Moni Ovadia che è come sempre una delle poche voci importanti della nostra nazione. Il suo intervento è stato non solo stimolante ma fondamentale per comprendere come il tempo della vita sia oramai diventato difficile. Ora ascoltare la musica della musica è cosa non facile. Quello che emerge dai suoni così essenziali e belli creati a Aburedwan è una particolare ricerca armonica, relativamente tipica del Medioriente. Sono sonorità rare, incantevoli e soprattutto in stretto collegamento con quella che è la musica antica. Se vogliamo la linea continua con l’antico la si ritrova proprio nella musica dei popoli. Oltre la logica compositiva strutturata ereditata dal settecento. Pertanto il concerto di Abuderwan, dei Dalouna, di Moni Ovadia hanno aperto una porta temporale verso mondi che a noi sono apparentemente distanti. E invece mai come ora possono essere così vicini e necessari. Marco Ranaldi