Libretto di Francesco Maria Piave. Musica di Giuseppe Verdi. Direttore d'orchestra Carlo Rizzari. Regia Rolando Panerai. Scene Enrico Musenich (da materiale scenografico in dotazione alla Fondazione Carlo Felice). Costumi Regina Schrecker. Luci Luciano Novelli. Coreografia Giovanni Di Cicco.
Con Jean-François Borras, Alberto Gazzale, Nino Machaidze, Andrea Mastroni, Annunziata Vestri, Roberta Carozzi, Fabrizio Beggi, Claudio Ottino, Enrico Salsi, Alessio Bianchini, Benedetta Torre
Orchestra e Coro del Teatro Carlo Felice, Maestro del Coro Patrizia Priarone
Teatro Carlo Felice, Genova dal 1 al 10 Marzo 2013
E' un segno della vitalità del Teatro Carlo Felice questo Rigoletto realizzato, in tempo di crisi economica, con un cast attendibile e scene riciclate con abilità da quelle di altri spettacoli, giacenti in magazzino. Condotto con mano esperta dal regista Rolando Panerai, lo spettacolo mantiene il giusto ritmo e la coordinazione dei vari elementi, tra cui il movimento del coro e il succedersi dei quadri, incluso il cambio scenico a vista nel primo atto con una piattaforma scorrevole. Ovviamente, protagonista è la musica. Carlo Rizzari, direttore d'orchestra, ne esegue le partiture assecondandone lo sviluppo in modo coerente, vale a dire privo di sovrapposizioni al canto e piuttosto inteso come sostegno alle voci. In primo piano è la voce baritonale di Alberto Gazzale, che dà a Rigoletto un'alternanza di modulazioni dal comico al drammatico fino a raggiungere un trascinante impeto nella celebre aria "Cortigiani, vil razza dannata", e un tono intenso e accorato nell'assolo del secondo atto "Miei signori, perdono, pietà". Jean-François Borras, il Duca di Mantova, mostra padronanza scenica unita a una voce capace di espandersi con energia nelle famose strofe "La donna è mobile" e "Bella figlia dell'amore". Gilda è l'avvenente Nino Machaidze, giovane soprano georgiana diplomata all' Accademia della Scala di Milano e con alle spalle un già importante curriculum internazionale. Sul palco del Carlo Felice esibisce una bella vocalità di timbro netto e sonoro che dona emotività al canto e notevole estensione ai vocalizzi. Tra i numerosi interpreti dell'opera (non tutti allo stesso livello), sono da ricordare Andrea Mastroni, l'efficace Sparafucile, Fabrizio Beggi, il Conte di Monterone, e Claudio Ottino, un valido Marullo. Un cenno a parte merita il balletto su coreografia di Giovanni Di Cicco che, ispirato al tema dell'amore, porta in scena con grazia e leggerezza satiri e ninfe, e un giovanissimo cupido. Intonati all'opera e creati con stile sono i costumi di Regina Schrecker. Accurata è la direzione del Coro del Maestro Patrizia Priarone.
Etta Cascini
In tutto, sono ben 14 gli allestimenti di repertorio fusi insieme da Musenich per creare le scene mobili di questa nuova produzione. Scene che, a testimonianza della macchina e del patrimonio umano presente nel teatro, vengono valorizzati da un cambio a vista tra primo e secondo quadro del primo atto: il movimento delle pedane idrauliche scatena il primo applauso a scena aperta del pubblico, con tanto di "Viva il Carlo Felice" dalla platea.
Calati in un'atmosfera fuori dal tempo, nel Cinquecento idealizzato e luccicante predisposto da scenografo e costumista, i personaggi agiscono con grande convenzionalità sulla partitura registica approntata da un gigante del melodramma come Rolando Panerai. Pur movimentata dagli inserti coreografici di Giovanni Di Cicco, la regia si muove nel solco della più convenzionale tradizione scenica e concede l'unico guizzo nella vestizione di Rigoletto a sipario aperto, sulle fatali note del preludio, a testimonianza di un ambiente cortigiano e di un destino crudele che hanno fatto del deforme ma tutto sommato onesto Rigoletto il cinico buffone che vedremo in azione durante il primo atto. Il tutto in accordo con l'atto d'accusa del padre ferito, quel "vil scellerato mi faceste voi" che dovrebbe diventare chiave di lettura dell'intera produzione.
In un allestimento molto tradizionale, il valore aggiunto sta nella felice scelta delle voci, cui spetta la riuscita del secondo titolo verdiano della stagione dell'ente lirico genovese. Decisamente sopra la media la Gilda di Nino Machaidze, soprano che per timbro, agilità e volume conquista immediatamente il consenso della platea, al pari del Rigoletto di Alberto Gazale. Notevole la prestanza atletica e la resa attorale del baritono - nonostante la quasi totale assenza di prove - come notevole è l'uso che Gazale fa della parola scenica verdiana: sebbene qua e là la recitazione vada un po' a scapito del corretto solfeggio, dopo un inizio un po' incerto il baritono regala una perfomance in crescendo, sempre più convincente con l'evolversi della vicenda.
Grande voce quella di Andrea Mastroni, uno Sparafucile profondo e lugubre, così come di buon livello è stata la Maddalena di Annunziata Vestri. Jean-François Borras è un Duca di Mantova dalla voce piccola e forse un po' leggera nella difficile aria di sortita, che acquista corpo negli atti successivi. Ogni suo cantabile conquista di slancio gli applausi di un pubblico entusiasta, che interrompe volentieri lo sviluppo dell'aria verdiana non appena prova il piacere di un acuto ben fatto. A risentirne è purtroppo lo sviluppo della drammaturgia musicale, con l'effetto dei tempi di mezzo e delle cabalette che giungono slegati da ciò che le precede.
Buona la prove dell'Orchestra del Teatro Carlo Felice, ben diretta da Carlo Rizzari pur con qualche sfasamento ritmico tra buca e palcoscenico in diversi concertati.
Matteo Paoletti