Libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni, dall'omonima fiaba di Carlo Gozzi. Musica di Giacomo Puccini (completamento di Franco Alfano). Direttore d'orchestra Marco Zambelli. Regia: Giuliano Montaldo. Scene: Luciano Ricceri. Costumi: Elisabetta Montaldo Bocciardo. Luci: Luciano Novelli. Coreografia: Giovanni Di Cicco. Orchestra e Coro del Teatro Carlo Felice. Maestro del Coro Marco Balderi. Coro di voci bianche del Teatro Carlo Felice diretto da GinoTanasini. Allestimento del Teatro Carlo Felice. Interpreti principali: Giovanna Casolla, Antonello Palombi, Mariella Devia, Massimo la Guardia, Alessandro Guerzoni, Giovanni Guagliardo, Enrico Salsi, Manuel Pierattelli
Genova, Teatro Carlo Felice, 19 aprile 2012
Ritorna Turandot al Carlo Felice nel classico e grandioso allestimento del Teatro, ma con una novità, Liù è Mariella Devia, assegnata a quel ruolo per la prima volta nella sua carriera artistica. La bella voce del soprano supera la prova e dona al personaggio accenti d'intensità emotiva ben dosata, che si apre a gorgheggi e acuti di grande fervore. Tutto lo spettacolo offre emozioni a cominciare dagli interventi del coro e del coro di voci bianche, entrambi ben diretti e coordinati, ma al primo posto è certamente la musica pucciniana che il maestro Marco Zambelli dirige in modo notevole e senza facili sottolineature. All'esperta regia di Giuliano Montaldo si deve lo svolgimento dello spettacolo ricco di idee e di bei particolari scenici. Protagonisti della scena sono Antonello Palombi, principe Calaf, e Giovanna Casolla, Turandot. Dotato di un buon timbro di voce, e dopo avere superato qualche incertezza nel primo atto e un eccessivo dispiegamento canoro, il tenore offre nella celebre aria "Nessun Dorma", nonché nel finale dell'opera, lodevoli e coinvolgenti vocalizzi. Turandot ha l'aplomb della principessa di ghiaccio donatole da Giovanna Casolla che, con asprezza di voce imperiosa, modula abilmente i sentimenti del suo animo, dalla crudeltà ostentata fino all' innamoramento finale. I momenti comici sono il pregio del trio "burlesco" Ping, Pang, Pong, e un cenno merita la coreografia di Giovanni Di Cicco che imprime nei volteggi dei danzatori la forza e l' impeto di sanguinari carnefici. Al successo della rappresentazione contribuiscono in maniera rilevante le imponenti scene di Luciano Ricceri e i costumi di Elisabetta Montaldo Bocciardo.
Etta Cascini