Cantieri per un'opera rom da "Opera del Mendicante" di John Gay
Produzione: Cantieri Teatrali Koreja di Lecce e Cantar Za Kulturu di Smederevo (Serbia)
con il sostegno di Teatro Pubblico Pugliese
con: Gubernic Miljan, Ibraimi Ajnur, Kriziv Damir, Driziv Dzemailj, Kurtisi Sead, Lazic Vukosava, Miladinovic Marija, Mladenovic Marija, Pasti Ana, Petrovic Darko, Petrovic Igor, Ramadani Ferdi, Redzepi Ajnur, Sabani Emran, Sulejmani Senad, Stojanovic Marko, Todorovic Danijel, Vulic Andjelka
Ideazione e regia: Salvatore Tramacere, Collaborazione alla regia: Fabrizio Saccomanno, Collaborazione all'allestimento: Mariarosaria Ponzetta, Cura del movimento: Silvia Traversi, Musiche di Admir Shkurtaj, Eseguite dal vivo: Giorgio Distante, Redi Hasa, Admir Shkurtaj, Luci e suoni: Mario Daniele, Angelo Piccinni, Organizzazione: Marija Anicic, Dragoljub Martic, Laura Scorrano, Francesca Vetrano, Cura del progetto: Franco Ungaro
Cantieri Teatrali Koreja, Lecce 2010
Dovevamo venire nel Salento, esattamente a Lecce, per scoprire una realtà che ci riconcilia con il teatro, dopo le numerose e deprimenti proposte della stagione 2009/10. Nei Cantieri Teatrali Koreja, uno spazio polivalente che ci ha intrigato e coinvolto appassionatamente, da tempo si è insediata una comunità di genuini teatranti, capitanati per l'organizzazione da Franco Ungaro e da Salvatore Tramacere per la parte artistica, che vivono assolvendo a tutti i compiti: attori, tecnici, promotori, cuochi, e altro. Grazie ad una tavola rotonda organizzata con l'Associazione Critici di Teatro, sul tema "Il Teatro ritrovato, quale futuro?", abbiamo avuto il piacere di assistere ad uno spettacolo insolito, che ha visto come protagonista un gruppo di una ventina di rom serbi. Un'idea che parte da lontano, per iniziativa del critico scomparso Nico Garrone, dopo lunghi e travagliati problemi di permessi di soggiorno, è riuscita a decollare portando in scena "L'Opera del Mendicante" di John Gay; per la regia e l'adattamento teatrale di Salvatore Tramacere opera già conosciuta per merito di Bertolt Brecht che ne trasse la sua "Opera da tre soldi".
In uno spazio neutro, popolato da una ventina di sedie casual, poste sul fondo del palcoscenico, il gruppo di giovani rom serbi, cui si aggiungevano sette giovani studenti di una scuola d'arte drammatica, tutti residenti a Smederevo, città a circa settanta chilometri di distanza da Belgrado, ha dato vita ad un evento teatrale di forte connotazione metaforica, dal titolo "Brat (Fratello)". Lo spettacolo ci ha confermato ciò che da tempo sosteniamo a spada tratta, che il teatro si concentra sul corpo dell'attore, sulla voce dell'attore, sull'energia dell'attore. Il resto sono contorni subordinati, secondari e di servizio. Recitando nella propria lingua, hanno snodato una serie di sequenze che ricostruivano tutti i passaggi del testo di Gay: puttane, innamoramenti, sfruttatori, mendicanti simulatori, poliziotti corrotti, hanno trovato in un'espressività spontanea, senza sovrastrutture artificiose, il meritato consenso del pubblico presente, giovane ed entusiasta di questa lezione del "fare teatro insieme". Gli applausi, prolungati e sentiti, si sono poi trasformati in una danza collettiva sulle note "zingaresche" del trio Giorgio Distante, Redi Hasa, Admr Shkurtaj, autore anche delle bellissime musiche.
Sulla realtà dei Cantieri Teatrali Koreja torneremo sulla rivista "Sipario" per dare un'ampia documentazione della sua storia, quale esempio di un teatro d'impegno civile, non mercificatorio, non condizionato da compromessi politici.
Mario Mattia Giorgetti