di Jean Paul Sartre
regia: Roberto Guicciardini
scene: Piero Guicciardini
costumi: Cristina Aceti
con Sebastiano Lo Monaco, Giuseppe Calcagno, Maria Rosaria Carli, Alessandro Casula, Amedeo D'Amico, Rosario Petix, Mirko Rizzotto, Massimiliano Sozzi, Massimiliano Vado, Alkis Zanis
San Miniato, LXII Festa del Teatro a San Minatio, Piazza Duomo, dal 18 al 23 luglio 2008
Prigioniero nel campo di concentramento di Treviri nel 1940, Jean-Paul Sartre scrisse per i suoi compagni Bariona o il figlio del tuono, «un racconto di Natale per cristiani e non credenti», come lui stesso lo definì. Lo allestì e riservò per sé il ruolo di Baldassarre, il «filosofo» dei re Magi. Ciò che colpisce dell' opera è il senso profondo di speranza che non deve morire anche nei momenti più cupi di dolore e oppressione, perché arma potentissima contro i tiranni. Una speranza che deve obbligare al fare in qualsiasi circostanza, a riconoscere qual è la via che porta a quel bene assoluto che è la libertà, a riconoscere, metaforicamente o spiritualmente, il Messia, come succederà a Bariona, capovillaggio ebreo ai tempi della dominazione romana che per opporsi agli occupanti ordina al suo popolo di non fare più figli. Un lento suicidio di massa contro l' invasore. La moglie Sara, Maria Rosa Carli, si scopre incinta, non accetta di abortire e fugge. Giunge la notizia della nascita a Betlemme del Messia. Bariona decide di ucciderlo, ma convinto da Baldassarre capisce che non si può uccidere la speranza di un futuro e della vita e combatterà con i suoi uomini l' esercito romano per permettere la fuga e la salvezza del Bambinello. L' Istituto del dramma antico di San Miniato ha affidato la regia di questo dramma ridondante e prolisso ma non privo di spunti di interesse a Roberto Guicciardini, che ha racchiuso l' azione e gli spettatori tra i fili spinati di un lager. Con poveri, semplici travestimenti sopra le tragiche divise a strisce, gli attori fanno vivere su spoglie pedane la storia di Bariona. L' idea registica si ferma qui e lo spettacolo procede senza particolare inventiva, sorretto dalla ottima prova di Sebastiano Lo Monaco, un Bariona sofferto, granitico e fragile che svetta su una compagnia dai livelli interpretativi non omogenei.
Magda Poli