dal romanzo di Arthur Koestler
Testo e regia di Laura Sicignano
Scene Emanuele Conte. Costumi Francesca Marsella
Musiche originali di Edmondo Romano
Con Aldo Ottobrino, Pietro Fabbri, Gianmaria Martini, Massimiliano Caretta, Matteo Sintucci
Teatro della Tosse in collaborazione con Teatro Cargo
Genova, Teatro della Tosse 8 – 20 Marzo 2016
Lo spettacolo offre una profonda riflessione sui crimini compiuti nel periodo stalinista per mantenere al potere il Partito comunista russo, con torture, detenzioni in carcere o nei Gulag inflitte agli oppositori, anche solo presunti, e con circa venti milioni di morti. La pietà è un sentimento borghese, la storia è amorale, sono le idee che giustificano i delitti politici.
Sul palco tutto ciò rivive nel personaggio di Rubasciov, ex fedele collaboratore del regime e poi ingiustamente sospettato, ora detenuto in carcere e sottoposto a interrogatori e sevizie. La scena è una prigione dai muri spogli con quattro cancelli di ferro, l'azione è il succedersi degli scontri tra Rubasciov e i suoi carcerieri, tra cui un suo ex amico. Il tono cupo e drammatico, a guisa di incubo, scelto da Laura Sicignano è la forza dello spettacolo ma diventa a lungo troppo insistito come la sofferenza sia fisica che morale di Rubasciov che Antonio Ottobrino rende con grande intensità, a volte persino eccessiva. A teatro un'emozione spesso è più efficace se suggerita invece di essere oltremodo esibita. Con la confessione estorta al protagonista si conclude la vicenda che tuttavia sembra avere l'andamento di una cronaca più che di una rappresentazione teatrale. Oltre a Ottobrino, si esibiscono al meglio Pietro Fabbri, Gianmaria Martini, Massimiliano Caretta e il giovane Matteo Sintucci. La regia coordina i passaggi con ritmo incalzante e l'attenzione puntata sull' oppressione umana.
Etta Cascini