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CASO BRAIBANTI (IL) - regia Giuseppe Marini

Fabio Bussotti e Mauro Conte in "Il caso Braibanti", regia Giuseppe Marini. Foto Alberto Molinari Fabio Bussotti e Mauro Conte in "Il caso Braibanti", regia Giuseppe Marini. Foto Alberto Molinari

di Massimiliano Palmese
con Fabio Bussotti, Mauro Conte

musiche composte ed eseguite dal vivo da Mauro Verrone

regia Giuseppe Marini

produzione Società per attori
Teatro Franco Parenti, Milano 22 - 27 Febbraio 2022

www.Sipario.it, 2 marzo 2022

In scena ci sono due soli attori (Fabio Bussotti, Mauro Conte), accompagnati da una musica che fa venire un nodo in gola. Due voci bastano per raccontare la storia dell’unica condanna per plagio inflitta in Italia (nel 1981 la Corte Costituzionale abolì il reato). Due interpreti sono sufficienti a testimoniare l’odissea umana, giudiziaria e penitenziaria di Aldo Braibanti: chi è costui?, viene da chiedersi oggi. A rendere giustizia, il risarcimento della memoria, all’uomo e all’intellettuale esposto al pubblico ludibrio prima e incarcerato poi vi è oggi lo spettacolo di Massimiliano Palmese Il caso Braibanti, per la regia di Giuseppe Marini (dal 22 al 27 febbraio al Teatro Parenti di Milano).
Una pièce che è poetica, è romantica (nel senso più viscerale del termine), è musicale, ma è soprattutto di denuncia, perché va a squarciare la piega su una vicenda ingiustamente dimenticata. Un dramma che fa tornare alla memoria Pier Paolo Pasolini.
Aldo è laureato in filosofia teoretica, ex partigiano torturato dai nazifascisti, comunista, studioso di Spinoza, artista e poeta: un intellettuale, insomma, un punto di riferimento per la cultura dei suoi tempi. Giovanni è un giovane studente, dotato di grandi aspirazioni e talenti artistici, in contrasto con la sua famiglia borghese, cattolica e tradizionalista. Aldo e Giovanni hanno una relazione, si amano, sono inseparabili: l’uno fonte di ispirazione per l’altro. Incontrandosi, coronano un desiderio di tenerezza e di intimità che accomuna tutto il genere umano, oltre qualunque categoria o distinzione. Ma questo non può essere: per la famiglia di Giovanni, il ragazzo è solo traviato, obnubilato, plagiato da un uomo più grande (Aldo), da un comunista, da un depravato e pederasta. Allora iniziano gli inseguimenti, i rapimenti, i ricoveri forzati e “le cure”: perché l’amore fa paura e spesso è visto come una malattia. Per Aldo intanto, denunciato, ha inizio un calvario giudiziario. Il processo ad Aldo Braibanti si apre il 12 giugno1968, in piena contestazione studentesca: una nuova generazione si scaglia contro la vecchia in cerca di più ampie libertà. Il fior fiore degli intellettuali italiani difende pubblicamente Braibanti, ma senza alcun esito.
Il caso Braibanti è tratto, dunque, da una storia vera che, nonostante il clamore suscitato ai tempi e la curiosità morbosa, è oggi dimenticata. Fabio Bussotti, Mauro Conte sono i due attori: nei panni tanto dei protagonisti (come accennato), quanto degli altri personaggi, per scelta del regista Marini. Le musiche che accompagnano lo spettacolo sono composte ed eseguite dal vivo da Mauro Verrone: sonorità che danno vita a uno spettacolo-concerto, tributo a un personaggio fulgido, a un uomo dotato di sentimenti nobili e di intelligenza critica, eppure dimenticato; tributo all’amore.

Giovanni Luca Montanino

Ultima modifica il Mercoledì, 02 Marzo 2022 20:23

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