Come Pulcinella principe lasciò Napoli senza musica e partì a cercarla in terra d'Irlanda
spettacolo musicale di Violante Valenti
musiche Gioacchino Zimmardi
regia Mattia Sebastiano
assistente alla regia Francesco Cevaro
con la giovane compagnia del Centro Teatro Attivo: Giovanni Gioia, Elisa Colleoni e Caroline Eyrolle
Castello di Donnafugata, Ragusa, 21 agosto 2009
Una serata quieta dopo una burrascata tipicamente estiva ha accolto, nello straordinario scenario del Castello di Donnafugata, con la facciata illuminata e le luci soffuse, “Come Pulcinella principe lasciò Napoli senza musica e partì a cercarla in Irlanda” di Violante Valenti e Gioacchino Zimmardi, nella raffinata regia e straordinaria interpretazione di Violante Valenti. Il Progetto “Favole e vita – viaggio nell’immaginario”, al suo secondo appuntamento è organizzato dalla Fondazione teatro Carlo Terron insieme alla Provincia Regionale di Ragusa, del Comune di Ragusa e della Banca Agricola di Ragusa. Una commedia dell’arte in scena , una mascherata in forma d’intermezzo per attori e Musici, costruita sulle operine musicali del settecento. In scena quattro sagome che personificano Pulcinella in diverse sembianze, un pianoforte a coda, un flauto, un fagotto: la scena è ricca e crea un immaginario collettivo, un viaggio immaginario nella Commedia dell’arte, reso vivo dalla lettura e interpretazione di Violante Valenti, che ci fatto rivivere il teatro di Eduardo De Filippo in quel napoletano classico di tradizione scenica con incursioni maccheroniche e storpiature d’effetto. Un Pulcinella immortale e antico al contempo, reso moderno e vivo sulla scena: l’operina È esilarate, diverte il pubblico che applaude ripetutamente durante la rappresentazione. Al pianoforte, Gioacchino Zimmardi, affascina con quella musica originale e coinvolgente. Il flauto, suonato da Domenico Testai, il fagotto, suonato da Antonino Cicero, si amalgamano Col pianoforte. Testo e musiche sono originali, notevoli e ripetuti i riferimenti culturali, l’operina è Colta ma non tedia, anzi sempre viva è l’attenzione, passano messaggi, ambiguià, doppi sensi, oscenità trasognate, tipici del Teatro dell’Arte all’italiana. Il Progetto Commedia dell’Arte della Fondazione Carlo Terron prende l’avvio dalla Sicilia Con questa opera e appoggiato dalle Fondazioni della Regione Lazio, Veneto, Liguria e Toscana e da due festival internazionali, Damasco (Siria) e Almada (Portogallo), ha proposto la Commedia dell’Arte come bene immateriale dell’umanità all’Unesco.
DG