di Angelo Longoni
con Amanda Sandrelli, Blas Roca Rey, Eleonora Ivone, Simone Colombari
Roma, Sala Umberto, dal 16 aprile 2009
Milano, Teatro San Babila, dal 3 al 22 novembre 2009
È il ritratto di una società disgustosa: i potenti politici pensano di risolvere tutto col danaro, i cinici borghesi e privi di valori come i liberi professionisti a loro legati, conducono trattative in ogni campo dalla morte, alla maternità, dall' amicizia all' onore, e i poveracci, gabbati, cercano di rifarsi e accettano compromessi alzando il prezzo. È la società che Angelo Longoni, autore e regista, ben descrive in «Partire col piede giusto». Quattro i personaggi, un neoeletto al Parlamento, sua moglie figlia di un importante Senatore, un avvocato di bell' aspetto, pochi scrupoli e una proletaria romana, divertente nel suo essere sguaiata quanto sospettosa, il cui marito viene ucciso dall' auto del neoeletto e abbandonato sul ciglio della strada. A mesi dall' accaduto, per falsa coscienza il neoeletto incarica l' amico avvocato di offrire danaro alla donna. Ne nascono una serie di colpi di scena e la commedia procede spedita interpretata dalla brava Amanda Sandrelli, gustosa vedova alla ricerca di riscatto sociale e pronta a tutto, da Blas Roca Rey che ben disegna la figura dell' avvocato, da Simone Colombari un neoeletto pavido, nevrotico e debole e da Eleonora Ivone, la moglie algida quanto calcolatrice. Un ritratto di ordinario cinismo che induce ad un riso amaro e che tanto somiglia al nostro quotidiano.
Magda Poli
Rincasando un po’ brillo proprio la sera in cui è stato eletto al Parlamento, un politico travolge con l’auto un malcapitato e lo lascia morto senza soccorrerlo. Non è stato visto da nessuno e quindi se la caverebbe, ma la cattiva coscienza lo costringe a far contattare, tramite un avvocato amico, la vedova della vittima per offrirle un compenso. Costei recalcitra, poi accetta, poi violando i patti alza le pretese... Col piede giusto, novità di Angelo Longoni, è costruita impeccabilmente e offre rovesciamenti e sorprese fino alla conclusione, ma ancora più che in questo valido artigianato i suoi meriti si trovano nella convincente costruzione dei caratteri dei quattro personaggi, tre dei quali piuttosto originali mentre quello più scontato offre ottime occasioni all’interprete.
Questo quarto personaggio è la vedova, una proletaria romana sospettosa, aggressiva e spassosamente sguaiata, nella cui volgarità Amanda Sandrelli si cala con molto gusto. Gli altri tre sono rispettivamente il colpevole, carrierista suo malgrado perché costretto da un suocero onnipotente e da una moglie ambiziosa, ma fondamentalmente debole e di buoni sentimenti; il suo avvocato, un furbastro piacione con pochi scrupoli, portato ai traffici poco puliti e a insidiare tutte le donne che gli capitano davanti, cominciando dalla moglie dell’amico; e la moglie del neo onorevole, una donna intelligente che gioca di rimessa, osservando senza parere i movimenti degli altri mentre aspetta il momento giusto per piazzare il colpo decisivo: nervoso e indeciso Simone Colombari come il primo, spigliato e persino ingenuamente sicuro di sé Blas Roca Rey come il secondo, bella e algida Eleonora Ivone come la terza. Diretto con buon ritmo dall’autore per 95’ senza intervallo, il quartetto è accolto dal pubblico con incondizionato favore.
Masolino D'Amico