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LISISTRATA – regia Ugo Chiti

"Lisistrata", regia Ugo Chiti. Foto A. Botticelli "Lisistrata", regia Ugo Chiti. Foto A. Botticelli

di Aristofane
Libero adattamento, regia Ugo Chiti
Interpreti: Amanda Sandrelli (Lisistrata), Giuliana Colzi (Cleonice, Pallena), Elisa Proietti (Mirrina),
Lucianna De Falco (Spartana), Lucia Socci (Critilla, Artemia), Dimitri Frosali (Palamede), Andrea Costagli (Pilade),
Massimo Salvianti (Commissario, Pritano), Gabriele Giaffreda (Cinesia, Lacone)
Scene: Sergio Mariotti. Costumi: Giuliana Colzi
Luci: Marco Messeri. Musiche: Vanni Cassori
Assistente alla regia: Alessandra Panzone. Assistente alle scene: Valentina Volpi. Assistente ai costumi: Susanna Fabbrini
Ufficio Stampa: Fabrizio Calabrese
Videoproiezioni: Johan Tirado. Organizzazione: Costanza Gaeta. Amministrazione: Valentina Strambi
Produzione: Arca Azzurra, Ministero della Cultura - Regione Toscana - Comune di San Casciano Val di Pesa
Teatro Vittotio Emanuele di Messina dal 10 al 12 febbraio 2023

www.Sipario.it, 11 febbraio 2023

In un tempo in cui la donna era relegata a fare figli e tenere in ordine la casa, la Lisistrata di Aristofane doveva apparire oltremodo rivoluzionaria, sia ai cittadini di Sparta che a quelli di Atene di 25 secoli fa, sempre lì pronti a fronteggiarsi durante la guerra del Peloponneso. É come se oggi le donne ucraine e russe decidessero, dopo aver costituito un esercito agguerrito di donne, di non dargliela più ai propri compagni, fidanzati e mariti. Di questo parla la commedia di Aristofane: di uno sciopero sessuale ad oltranza di quelle donne capitanate da Lisistrata sino a quando i due eserciti contrapposti non deporranno le armi, dichiarando finalmente la pace. Un personaggio quello di Lisistrata ancora attuale, magari oggi si chiamerebbe con altri nomi e affronterebbe lotte civili come quelle del recente passato sul divorzio e l’aborto, tali da rendere il personaggio oltremodo simpatico e vicino a noi tutti. Qui l’eroina ateniese, quasi un’Marianna della rivoluzione francese, è vestita da una ardita e consapevole Amanda Sandrelli che riesce a convincere pazientemente anche quelle donne come la Mirrina di Elisa Proietti che vorrebbero dare forfait, mentre le altre non hanno problemi ad occupare l’Acropoli e mettere sotto chiave il tesoro dello Stato in modo da non avere i combattenti i soldi per proseguire la guerra. La regia di Ugo Chiti, cui si deve pure l’adattamento, procede senza sussulti, piatta come la pianura padana, senza che ad alcuno degli spettatori del Vittorio Emanuele di Messina scappi una risata, neppure quando compaiono due vecchi con fascine di canne sulle spalle, esprimendosi a favore o contro quel digiuno di donna (titolo pure d’una pièce di Geri Villaroel ispirata all’opera aristofanesca) e il commissario di Massimo Salvianti li redarguisce in malo modo perché trova più ragionevoli i discorsetti con cui Lisistrata riesce a dominare la rivolta. Anche la scena grigio-antracite di Sergio Mariotti, un po’ agorà e casa di Lisistrata, un po’ Acropoli ateniese con porta scorrevole, non eccelle per fantasia, raffreddando gli interventi di quelle donne agghindate con vestitini da massaie color vinaccio, arancio e bordeaux che amerebbero forse usare un linguaggio più osé. Comunque sia, pare che la protesta stia andando a buon fine e lo si avverte dall’incontro che hanno un araldo spartano e l’ateniese Cinesia (Gabriele Giaffreda), entrambi infoiati, con membri eretti a forma di innocui bastoncini sul davanti. Tuttavia dovranno aspettare ancora un po’ per esaudire le loro voglie, sino a quando sia le istituzioni di Sparta che quelle di Atene firmeranno la pace e Lisistrata potrà pronuncerà il suo pistolottto finale dai toni pacifisti. 

Gigi Giacobbe

Ultima modifica il Lunedì, 13 Febbraio 2023 08:40

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