inspired by Gustav Mahler ‘s Fifth Simphony
a collective creation by la vie brève
written and performed by: Jeanne Candel, Caroline Darchen, Lionel Dray
set design Lisa Navarro
stage management and technical direction at the creation Vincent Lefèvre
lighting design Maël Fabre
sound design Julien Fezans
costumes Pauline Kieffer
textile creations Simona Grassano
assisted by Sara Barthesaghi Gallo
ceramic production Dora Stanczel
stage direction’s assistant Carla Bouis
artistic collaboration Laure Mathis
set building Philippe Gauliard, Vincent Lefèvre
physical preparation Shyne Tharappel Thankappan
stage management and technical direction Vincent Perhirin
lighting operator Samuel Kleinman
Festival di Spoleto 2022,Auditorium della Stella, 3 luglio 2022
La Quinta Sinfonia di Mahler non è solo la colonna sonora, è soprattuttoil tema conduttore di questo lavoro. Ciò che colpisce della Quinta Sinfonia di Mahler è l’oscillazione tra malinconia e umanità infinita, è una musica che porta alla soglia di mondi che chiedono di essere esplorati. E’ così che Jeanne Candel, Caroline Darchen e Lionel Drayhanno raccontato come hanno messo tutta questa musica dentro di loro, negli angoli più profondi del lorocuore e del lorocorpo per comporre Demi-Véronique, una saga musicale e teatrale che si svolge in un interno carbonizzato, una casa ridotta in cenere. Jeanne Candel ha scelto Malher per incrociare ancora una volta i legami tra teatro e musica. Gioiello oscuro ossessionato da una forza vitale eretta di fronte alla morte, questa sinfonia è un intero universo in sé.Titolo ispirato a un passaggio della corrida, la mezza-veronica è il nome di una figura in cui il torero porta l’azione ad una sospensione da cui tutto può ricominciare e trasformarsi, è una pausa come la semiminima in musica. Quest’opera incarna la vita interiore attraverso la forma di un sogno teatrale. La scena è una stanza che il fuoco ha distrutto. Tutto lo spazio è nero, tutto èbruciato. Tutto si può ricomporre dagli elementi primi, terra, fango, acqua, ed è in questa fluidità ed oscillazione tra tragedia e possibilità che Jeanne Candel, Caroline Darchen e Lionel Dray immaginano l'epopea teatrale venata di umorismo guidati dall'opera di Gustav Mahler. Questa creazione collettiva della compagnia la Vie courte è un'avventura sensoriale, è prima di tutto un paesaggio mentale. La facciata bucata di una casa desolata si apre su tre finestre che rivelano gli stessi motivi della carta da parati. Incollata alla casa, immobile, seduta, una donna che aspetta. La musica, la quinta sinfonia di Mahler, a punteggiare questi intrecci di storie, sembra diffusa da un antico dispositivo a nastro magnetico, e viene amplificata pur mantenendo qualcosa di modesto. Oggetti quotidiani vengono distorti; piatti si trasformano in campana che ricopre parte del palcoscenico; un enorme cuore colorato e gonfio pulsa e pulsa: è una storia d'amore dove gli attori non smettono di seppellire e di portare alla luce oggetti, come tanti sogni sepolti.In primo piano, una coppia interpreta Robinson Crusoe che sopravvive catturando pesci in uno stagno. E’ uno spettacolo muto che si organizza in modo diverso per ogni spettatore, fa emergere tutti i fantasmi, non è la messa in scena di una storia definita in tutte le sue parti. Dopo il prologo, non dicono una parola, scelgono grida e danze in mezzo ad un’improbabile varietà di oggetti e di rumori: un pesce invincibile ed orecchie enormi, un cuore pesante e grande come il mondo. Tra fruscii e scricchiolii un'ascia spacca il muro, appare una fata diventa strega, sacchi di fumo, un pesce che salta, fette biscottate. Quest’opera definita balletto teatrale racconta in modo onirico ed ironico il piccolo circo umiliante di contraddizioni umane che è la vita, venata di malinconia che si sgretola in materiali appartenenti alla memoria collettiva.Una poesia scenografica che i tre maghi del gesto riempiono di sospiri, ma si ha sempre la sensazione che sospirino di sollievo. I tre interpreti con rispetto prendono bonariamente in giro questo monumento musicale, abbracciandone però le profonde inflessioni. In questo mondo di rovine fumanti, gli artisti si lasciano trasportare dal potere della musica, poi la combattono o la contrastano. Questo balletto teatrale, secondo le parole usate da Jeanne Candel per descrivere la singolarità di questa sinfonia mahleriana, come nessun altro fa parte di questa "oscillazione tra un'umanità illimitata e qualcosa che potrebbe essere classificato come parodia, ironia". Demi-Véronique è un'evocazione scenografica in cui umorismo e poesia si intrecciano attorno ad una pietra miliare della musica.
Giulia Clai