da Le Mille e una Notte Alf laila wa-laila
con Chiara Muti, Rania Serouti, Mridula Rao
ideazione e regia: Damiano Giuranna
World Youth Chamber Orchestra
Ensemble Strumentale Algerino
direttore: Damiano Giuranna
costumi: Gloria Leonetti
Roma, Auditorium, 27 giugno 2007
L'attrice figlia d'arte con la World Youth Orchestra a Roma in uno spettacolo che fonde le culture del «mare nostro»
Credere nell'arte come veicolo d'incontro e di pace fra genti diverse: imperativo non proprio peregrino, continuamente proclamato, con la frustrazione poi delle diffidenze reciproche, se non dello «scontro di civiltà». Ma sorte diversa sembra avere il progetto World Youth Orchestra Tour Mediterraneo, volto appunto alla «fratellanza euro-mediterranea». Nel senso di considerare questo nostro mare, toccato da varie Storie, come fattore di saldatura. L'orchestra, composta da musicisti giovani di nazionalità e formazione diverse, uniti dalla dedizione del direttore Simone Giuranna, si esibisce già da quattro anni sulle sponde del mare comune, fondedo suoni orientali e occidentali. All'Auditorium Parco della Musica di Roma lo spettacolo musicale Le due lune ha fatto la prima tappa di un incontro d'arte con la cultura algerina, cui seguirà quella di Algeri il 10 luglio.
Sul palco, con la World Youth Orchestra, Chiara Muti e Rania Serouti, attrici-cantanti, a specchiarsi l'una nell'altra nell'impersonare poeticamente la Sherazade de Le mille e una notte. Questo immenso racconto è l'essenza stessa del viaggio lungo i secoli di un'idea di Islam basata su scambi, rapporti e integrazioni. E Sherazade, la narratrice che sfugge alla morte in forza di ciò che narra, ha inventato la letteratura, anche nelle sue crudezze, e resta patrimonio universale dell'umanità. Nelle Due lune del titolo ritroviamo, condensate da Carla Greco, la Storia del principe Qamar al Zamân, «Luna del Tempo», e della principessa Budûr, «Chiar di luna».
Il concerto si snoda fra squarci di racconto in italiano e in arabo, in cui risuonano anche parti cantate da Rania Serouti e le arie seicentesche di Giordani e Caccini, con un finale di Alessandro Scarlatti. Giuranna intreccia tutto sapientemente e dirige con gesto capace di esprimere questa unione armonica. Un intarsio da mille e una notte sono gli eleganti interventi danzati di Maridula Rao. La Muti emana fascino affabulatorio, naturalmente mistico.
Toni Colotta