uno spettacolo di Luciano Melchionna
dal format di Betta Cianchini e Luciano Melchionna
regia Luciano Melchionna
costumi Michela Marino
disegno luci e direzione tecnica Salvatore Palladino
fonico Luigi Di Martino, assistenti alla regia Andrea Caiazzo, Sara Esposito, Agostino Pannone, Vincenzo Esposito, Roberto Arabiano
con Raffaele Ausiello, Chiara Baffi, Lorenzo Balducci, Patrizia Bollini, Giuseppe Brancaccio, Andrea Caiazzo, Betta Cianchini, Camillo Marcello Ciorciaro, Cinzia Cordella, Gianluca D'Agostino, Veronica D'Elia, Marika De Chiara, Sylvia De Fanti, Fabiana Fazio, Valentina De Giovanni, Carmine De Martino, Adelaide Di Bitonto, Antonella Elia, Sara Esposito, Clio Evans, Adriano Falivene, Annarita Ferraro, Emanuela Gabrieli, Giulia Galiani, Martina Galletta, Giuseppe Gaudino, Sebastiano Gavasso, Luciano Giugliano, Irene Grasso, Alessandro Lui, Gennaro Maione, Veronica Mazza, Marianna Mercurio, Momo, Joan Negrié, Lavinia Origoni, Carla Petrachi, Carmen Pommella, Caterina Pontrandolfo, Daniele Russo, Paola Sambo, Simona Seraponte, Chiara Spoletini, Sandro Stefanini, Serenella Tarsitano, Tirante, Giorgia Trasselli, Luigi Vuolo
produzione Fondazione Teatro di Napoli, Non Camminare Scalza
Napoli, Teatro Bellini dal 19 febbraio al 15 marzo 2015
Identificare la figura dell'attore/attrice con una prostituta funziona. Utilizzare non solo i luoghi canonici del teatro: palcoscenico, platea e palchi, ma addentrarsi per corridoi, camerini, bar, negozi, scantinati, foyer funziona. Interagire con il pubblico funziona. Portare i giovani in massa a teatro funziona. Dare lavoro e quindi dignità a giovani attori non solo funziona ma è ammirevole. La formula inventata e ben collaudata da Luciano Melchionna funziona. Le prostitute si offrono in maniera accattivante, seducente, provocatoria ai clienti, che allettati dalla possibilità di assistere alla trasgressione le seguono in spazi appartati. Quasi sempre però si passa dalla briosità della seduzione alla triste complessità della vita, la maggior parte dei monologhi è incentrata sulla drammaticità dell'esistenza umana. Sicuramente c'è chi rimane deluso dal non poter più godere del piacevole gioco della seduzione però poi ha l'opportunità di scoprire la bravura del singolo attore. Il pubblico partecipa, si lascia coinvolgere in un crescendo che culmina nel gran finale tra balli, musica e canzoni dal vivo, distaccarsene risulta difficile ma anche questo è reso piacevole dalla lunga fila di attori che all'uscita aspetta il pubblico per salutarlo e soprattutto ringraziarlo. Si esce dal teatro con la voglia di tornare ad ascoltare le loro storie e a rivivere la magica atmosfera che sono stati capaci di creare. Dignità autonome di prostituzione è un bel modo di fare teatro, è la realizzazione di un sogno che senza falsi pudori e grette ipocrisie ci mette in relazione con aspetti importanti della vita, è il sogno di fare il mestiere che ti piace in un paese dove, purtroppo, si è deciso di distruggere la cultura.
Francesca Siniscalchi