regia di Massimiliano Aceti
Scritto e diretto da Massimiliano Aceti
Interpreti: Massimiliano Aceti, Alessandro Cosentini, Francesco Aiello, Chiara Vinci
Special apparence: Emilia Brandi
Ph: Mario Cosentini
Music Mario Cosentini
Light Jacopo Andrea Caruso
Setting and costume: Sunny Side
Cosenza, Castello Normanno Svevo, 31 luglio 2018
Massimiliano Aceti attore, regista e autore, è arrivato in finale al Premio Scenario 2015 e al Roma Fringe Festival 2017 con il suo "Il Piccolo Guitto": ora però sotto le luci della ribalta é il suo ultimo spettacolo "La Fame".
Il regista decide di rappresentare un problema che mette in gioco il privato di molti, la bulimia: tematica spesso dimenticata o trattata con superficialità. Aceti sceglie invece una terza via: ovvero la messa in scena del problema attraverso quattro differenti declinazioni con quattro differenti punti di vista sul cibo, tutto condito da uno humor sferzante e divertente, che rende così La Fame un divertissement dallo sfondo serio, inanellando (specialmente nei primi tre quarti d'ora) sequenze comiche abbastanza riuscite. Particolarmente centrata l'alchimia tra i tre personaggi maschili: lo stesso Aceti, Francesco Aiello e il bravo Alessandro Cosentini (questi ultimi due ultimamente insieme nell'interessante Diario di un masochista, presentato al festival Primavera Dei Teatri) di volta in volta offrono siparietti che rendono lo spettacolo fluido, anche se forse a volte a discapito del tema centrale che scivola troppo sullo sfondo -ma che d'altronde, come detto, potrebbe essere intenzionale per l'autore.
Proprio Cosentini, a cui abbiamo offerto una nostra visione della sua performance particolarmente vicina all'espressività attoriale del primissimo Verdone negli anni '80, ci ha confermato: "non è un'impressione: Carlo Verdone è un punto di riferimento, un mostro sacro con cui ho fatto i conti nella ricerca e nell'interpretazione del personaggio di questo testo scritto da Massimiliano che ancora più di me, essendo nato e cresciuto a Roma, è stato influenzato da quella scuola".
Un ritmo senza sosta sembra quindi voler far divorare la vita ai personaggi che incastrano i loro disagi in maniera (im)perfetta, cercando una soluzione negli affetti e nella ricerca di un obiettivo, perché tutti i personaggi hanno fame: di sesso, di affetto, di successo, di perfezione.
La scelta invece dell'unica protagonista femminile stride fin troppo con l'istrionica presenza dei tre compagni di palco e il finale, con un vero e proprio deus ex machina forzato, sembra voler chiudere frettolosamente le trame.
Valentina Arichetta