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GIURAMENTO (IL) - regia Ninni Bruschetta

"Il giuramento", regia Ninni Bruschetta. Foto Antonio Parrinello "Il giuramento", regia Ninni Bruschetta. Foto Antonio Parrinello

di Claudio Fava
Regia di Ninni Bruschetta
Musiche originali: Cettina Donato
Scene e costumi: Riccardo Cappello
Luci: Salvo Orlando
Interpreti: David Coco, Stefania Ugomari Di Blas, Antonio Alveario,
Simone Luglio, Liborio Natali, Pietro Casano, Federico Fiorenza, Luca Iacono, Alessandro Romano
Prod.: Teatro Stabile di Catania
al Verga di Catania dal 5 al 17 dicembre 2017

www.Sipario.it, 8 dicembre 2017

Il giuramento di Claudio Fava con l'eccellente regia di Ninni Bruschetta al Verga di Catania che lo produce, allunga la fila dei lavori d'impegno civile che ha visto entrambi lavorare in piena sintonia. E' successo per Il mio nome è Caino su fatti di mafia, per L'istruttoria sugli atti del processo in morte di Giuseppe Fava, per Lavori in corso sull'utopia d'un ponte sullo Stretto di Messina e adesso per Il giuramento ispirato alla figura di Mario Carrara, medico e docente universitario, uno dei padri della medicina legale italiana seguace degli insegnamenti di Lombroso incentrati sulla fisiognomica del corpo umano e non solo, passato alla storia come uno dei pochissimi docenti universitari italiani che rifiutarono il giuramento di fedeltà al Fascismo. Il personaggio è interpretato splendidamente da David Coco con un aplomb di galantuomo che ama il suo lavoro e i suoi studenti e che non scorge alcun motivo perché debba giurare su qualcosa in cui non crede. Di quella dittatura gli sembrava ridicolo l'apparato estetico: le camicie nere inamidate, i fez col fiocco, i pugnaletti che i ragazzi e pure i suoi studenti portavano al fianco e non apprezzava né i pistolotti patriottici né le canzoncine tipo faccetta nera e gli facevano pena i suoi colleghi che avevano smarrito il senso del dubbio. In Italia nel 1931 quando Carrara ha 65 anni furono 1238 i professori che giurarono fedeltà al re e al duce, compresi intellettuali del calibro di Croce, Calamandrei, Lombardo Radice, Eimaudi e solo in 12 manifestarono il loro rifiuto perdendo la cattedra e i lavoro e tra questi Mario Carrara che venne escluso da tutte le cariche pubbliche. Alcuni anni dopo la sua casa fu perquisita nell'ambito dell'operazione che portò all'arresto di Vittorio Foa e Massimo Mila e nell'ottobre del 1936 fu arrestato per attività contro il regime fascista, e solo la sua età avanzata lo salvò dal confino. Detenuto alle carceri Nuove di Torino, dove continuò a lavorare al suo Manuale di medicina legale, morirà nel giugno successivo. La scena di Riccardo Cappello (suoi pure i costumi) è uno spaccato di un'aula universitaria dove a volte appare una lettiga con un malato, oggetto delle lezioni anatomiche e antropologiche di Carrara e luogo pure d'incontro con la segretaria Tilde (Stefania Ugomari Di Blas) che pende dalla sua labbra e che si cura di lui propinandogli pillole per la gastrite e stilare gli argomenti delle sue lezioni. Fa capolino il professore Pareschi di Antonio Alveario, sempre sfarfalleggiante, amico di Carrara ma che ipocritamente giurerà fedeltà al duce, stessa cosa farà il rettore di Simone Luglio che si adeguerà giusto per non avere noie. Carrara non se la sente di giurare e non lo fa per spocchia, capisce solo che non può farlo, non sentendosi per questo un eroe o un simpatizzante di Gramsci. Colpisce tuttalpiù che quei poveri goliardi con rosso cappello a punta che cantano a squarciagola banali canzonette (Liborio Natali, Pietro Casano, Federico Fiorenza, Luca Iacono, Alessandro Romano) non solidarizzino neppure per un momento con il loro colto professore che probabilmente non vedranno mai più. Molti furono gli intellettuali e politici dissidenti che abbandonarono l'Italia, milioni credettero a quell'uomo calvo dagli occhi roteanti e altrettanti vi restarono turandosi il naso. Noi apprezziamo quei dodici docenti, forse eroi senza saperlo, che ebbero il coraggio di dire di no. Belle le musiche di Cettina Donato, in particolare quelle astratte che coglie Carrara e Tilde danzare a passi lenti stilizzati, immagine d'un rapporto che svanirà nel tempo come una farfalla che è la vita.

Gigi Giacobbe

Ultima modifica il Venerdì, 08 Dicembre 2017 18:39

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