da Anton Cechov
uno spettacolo di Leo Muscato
con Elena Arcuri, Andrea Pinna, Giulio Baraldi, Deniz Ozdogan, Andrea Collarino, Simone Luglio, Francesca Cutulo, Vincenza Pastore, Rufin Doh, Alex Cendron e Barbara Bedrina
scene e costumi di Carla Ricotti, Barbara Borgolotto
arrangiamento musicale di Elena Arcuri
disegno luci di Alessandro Verrazzi
produzione Teatro Stabile delle Marche – LeArt teatro, al Comunale (Casalmaggiore – Cr) 2009
Il volo del Gabbiano di Cechov riscritto da Leo Muscato è un volo straziante, una tensione al cielo e un desolato precipitare. Gabbiano - Il volo ha in sé il rispetto per Cechov e il tentativo di tradurre la tristezza e il non senso della vita in un sorridente veaudeville per così dire raggelato in un contesto senza tempo che avvicina quell’umanità cechoviana sempre con le valigie in mano, in perenne tensione di viaggio per fuggire il vuoto che la divora dentro. Leo Muscato affrontando Il Gabbiano di Cechov completa la trilogia de Progetto ri-scritture iniziato con Nati sotto contraria stella, libera rilettura di Romeo e Giulietta e L’altra Nora, spettacolo liberamente ispirato a Casa di bambola di Ibsen. Leo Muscato affronta Cechov cercando — troppo a tavolino e tutto di testa — andando in cerca di simboli che vorrebbero sintetizzare i singoli personaggi e forse sono il segno di una eccessiva semplificazione. La chiave di lettura è il contrasto fra vecchi e giovani, il conflitto fra Kostja e la madre, l’amore di Nina prima per Kostia e poi per lo scrittore di fama, la passione di Mascia per Kostia messa a tacere nel matrimonio col maestro di paese. La matrice di tutto l’allestimento è il palco montato sulle rive del lago per lo spettacolo di Kostja e Nina, offerto alla madre di lui, famosa attrice e al suo amante, scrittore. Quel palchetto è spazio di svelamento: è finzione in grado di raccontare la natura intima dei cuori. Tutto è teatro in Gabbiano – Il volo. Leo Muscato cerca di rendere visibile i conflitti di una trama che semplicisticamente si perde dietro gli amori sbagliati dei vari personaggi e non sempre trova la vera centratura che sta nella noia e nel vuoto che soffoca. Su quel palcoscenico suppletivo che denuncia il gioco della finzione ogni personaggio si identifica attraverso un simbolo che si porta dietro: il copione Kostja, simbolo che muterà poi in macchina per scrivere come quella dello scrittore, amante della madre di Kostia, Madame e di Nina, la prima con simbolo uno specchio e la seconda con le ali di un Gabbiano, destinate a spezzarsi contro la durezza della vita. In questa frequentazione simbolica Leo Muscato cerca la distanza dal realismo - naturalismo ed è quasi come se si affidasse ai cartello brechtiani per guardare da fuori quella società annoiata e affamata d’amore. La recitazione ha una sua efficacia scostante, a tratti vorrebbe essere calda, a tratti creare distanza, mostrare da fuori il dolore dei personaggi. Il gruppo di giovani attori: Elena Arcuri, Andrea Pinna, Giulio Baraldi, Deniz Ozdogan, Andrea Collarino, Simone Luglio, Francesca Cutulo, Vincenza Pastore, Rufin Doh, Alex Cendron e Barbara Bedrina assolve ai dettami registici. Gabbiano – Il volo è uno spettacolo che porta a compimento le numerose, forse troppo abbondanti intuizioni di un pensiero registico che necessita di semplicità. Alla fine si ha l’impressione che manchi qualcosa a quel volo, manchi la necessaria incisività, la capacità di commuovere.
Nicola Arrigoni