di Plauto
Regia di Leo Muscato
Traduzione di Caterina Mordeglia
Scene: Federica Parolini. Costumi: Silvia Aymonino
Direzione del coro. Francesca Della Monica
Musiche: Ernani Maletta. Drammaturgo: Francesco Morosi
Coreografie: Nicole Kehrberger. Assistente alla regia: Marialuisa Bafunno
Assistente scenografo: Anna Varaldo. Assistente costumista: Maria Antonietta Lucarelli
Disegnatore luci: Alessandro Verazzi. Responsabile del coro: Elena Polic Greco. Direttore di scena: Giuseppe Coniglio. Assistente alla direzione di scena: Giuseppe Orto
Personaggi e Interpreti. PIRGOPOLINICE: Paola Minaccioni, ARTOTROGO: Alice Spisa, PALESTRIONE: Giulia Fiume,
PERIPLECTOMENO: Pilar Perez Aspa, SCELEDRO: Francesca Mària, FILOCOMASIO: Gloria Carovana,
PLEUSICLE: Arianna Primavera, LURCIONE: Ilaria Ballantini, ACROTELEUZIO: Deniz Ozdogan,
MILFIDIPPA: Anna Charlotte Barbera, SCIMMIA: Valentina Spaletta Tavella
Coro: Ginevra Di Marco, Sara Dho, Alessandra Fazzino, Valentina Ferrante, Diamara Ferrero, Valeria Girelli, Margherita Mannino, Stella Piccioni, Elena Polic Greco, Giulia Rupi, Rebecca Sisti, Silvia Valenti, Irene Villa, Sara Zoia. Con la partecipazione degli allievi dell’Accademia d’Arte del Dramma Antico, sezione Giusto Monaco. Coro: Sara De Lauretis, Elisa Zucchetti, Caterina Alinari, Clara Borghesi, Carlotta Ceci, Alessandra Cosentino, Ludovica Garofani, Zoe Laudani, Siria Sandre Veronese, Enrica Graziano, Alice Pennino, Federica Clementi, Gemma Lapi, Arianna Martinelli, Beatrice Ronga, Francesca Sparacino, Angelica Beccari, Gaia Lerda, Giulia Maroni, Linda Morando, Erika Roccaforte, Francesca Totti
Produzione INDA
Teatro Greco di Siracusa, dal 13 al 29 giugno 2024
Mentre scorreva sulle skené del Teatro greco di Siracusa l’intricata e intrigante trama del Miles gloriosus, nella bella traduzione di Caterina Mordeglia e in una divertita e divertente messinscena di Leo Muscato, mi chiedevo chi potesse ai giorni nostri se non incarnare almeno somigliare un tantino al buffo personaggio inventato 22 secoli fa da quell’uomo di Teatro che fu Tito Maccio Plauto. In primis quel miles di Pirgopolinice vestito da Paola Minaccioni, mi faceva ricordare quelle acqueforti di generali realizzate da Enrico Baj dai nasi posticci, occhi fissi e petto tempestato di medaglie, nastrini e patacche. Una buffa figura, quasi da commedia dell’arte, che in modo seriale si vantava delle sue conquiste femminili e militari. Poi mi è apparsa davanti la faccia furba di Petrolini e di Alberto Sordi in frac che lo imitava cantando Gastone. Non me ne vogliano alcuni personaggi della Lega, ma confesso d’aver pensato al Bossi prima maniera, quando sbandierava che ce l’aveva duro o l’attuale generale Vannacci con le sue sparate al mondo d’oggi. Certo il pensiero è volato pure a Mussolini che mandava i suoi militi a combattere con la sola baionetta per mancanza di fucili, ma era solo una nuvola passeggera, qualcosa o qualcuno che mi faceva andare ancora più indietro nel mondo letterario e teatrale, pensando a Falstaff, a Matamoro e Capitan Fracassa, forse pure al Don Giovanni di Moliere. Poi ritornavo in me e mi appariva davanti un piccolo esercito d’una quarantina di fanciulle, agghindate con i colori mimetici giallo/rossi, come le squadre di calcio del Messina e della Roma, tutte a sfilare come in una parata militare, al ritmo di opportune marcette musicali ad opera di Ernani Maletta. Lo spazio scenico, curato da Federica Parolini, era delimitato da sacchi di juta, popolato poi da una dozzina di tende arancioni, oltre alle due centrali più grandi e sul fondo sorgeva una sorta di palizzata, quasi un piccolo Fort Alamo con torrette e un portone centrale con l’immagine d’una scimmietta, cui dava vita Valentina Spaletta Tavella, quasi sempre a saltellare accanto al personaggio del titolo. Non ho ancora detto, quale novità registica assoluta, che tutti i personaggi di questa palliata plautina erano vestiti da sole donne, agghindate con i costumi di Silvia Aymonimo, somiglianti a quelli che può indossare una neo formazione di boy scout, oltre ai tre abiti eleganti e attuali delle tre cortigiane, rispettivamente Filocomasio (Gloria Carovana), Acroteleuzia (Denis Ozdogan) e Milfidippa (Anna Charlotte Barbera), queste ultime due vere salvatrici della giovane coppia e lungamente applaudite. Qui tutti i personaggi si esprimono in italiano, dunque nessun riferimento al Vantone romanesco di Pasolini e l’opera vive e si fa apprezzare per tutti gli stratagemmi teatrali inventati da Plauto, a cominciare dall’inizio fulminante quando quello spaccone e vanitoso di Pirgopolinice rapisce la bella e astuta Filocomasio, senza alcuna gemella, fidanzata con Pleusicle (Arianna Primavera) un giovane dai modi garbati, intrappolando così il popolino di quel tempo, senza farlo scappare via ad assistere altri spettacoli lì a due passi di saltibanchi e gladiatori, perché vuole sapere se il giovane innamorato riuscirà a salvare la sua amata. Diciamo subito che alla fine ci riuscirà, grazie all'aiuto prezioso di amici e servi compiacenti che architetteranno un'intelligente quanto complicata beffa o meglio una sonora stangata che Pirgopolinice, carico di legnate, si ricorderà per tutta la vita. I personaggi centrali sono ben caratterizzati a cominciare dall’Artotrogo di Alice Spisa parassita per eccellenza che esalta in tutti modi le vanterie del “Miles”, comprese quelle d’aver ucciso soldati e belve. dicendo che le femmine impazziscono per lui e quando qualcuna dice se è Achille, il parassita risponde che è il fratello. Il regista di tutto è il furbo servo Palestrione di Giulia Fiume, in grado d’inventarsi ingegnosi stratagemmi per liberare Pleusicle, mentre il vecchio Periplectomeno di Pilar Perez Aspa se ne va in giro su un piccolo trabiccolo col motore a batteria e saranno opera sua le legnate che alla fine si buscherà quel fanfarone, che solo così la smetterà di circuire le mogli altrui. Altri personaggi di contorno sono il Lurcione di Ilaria Ballantini e Sceledro di Francesca Maria entrambvi schiavi di Pirgopolinice. Gigi Giacobbe