di Vitaliano Brancati
regia Maurizio Scaparro
scene e costumi Santuzza Calì, musiche Pippo Russo, luci Franco Buzzanca
con Pippo Pattavina, Giovanna Di Rauso, Max Malatesta, Marcello Perracchio, Giovanni Guardiano, Valeria Contadino, Veronica Gentili, Chiara Seminara
Teatro Stabile di Catania
Teatro Quirino, Roma dal 16 al 28 aprile 2013
Il sessantesimo anniversario della pubblicazione de "La Governante" ha offerto allo Stabile di Catania l'occasione per una recente messinscena dell'opera di Brancati, che aveva concepito il testo per la moglie Anna Proclemer.
La regia di Maurizio Scaparro è già di per se stessa garanzia di alto livello artistico di realizzazione; ed è anche chiara l'intenzione di ricordare al pubblico italiano la connotazione di battaglia culturale insita nel testo che - a causa della censura - fu rappresentato per la prima volta nel 1965, al Teatro Duse di Genova, ben undici anni dopo la morte dell'autore!
Alta, severa, vestita di nero con scarse concessioni alla femminilità, Giovanna Di Rauso impersona ottimamente il tipo della "governante" - evocato da tale appellativo nell'immaginario collettivo comune...
Il clima della casa del ricco siciliano Leopoldo Platania a Roma - dove la governante francese Caterina Leher viene assunta - appare subito intriso di latente sessualità: e il regista la sottolinea immediatamente, quando di mattina il figlio Enrico e la nuora Elena irrompono in scena con un abbigliamento a dir poco spigliato.
L'elegante casa del Platania è anche frequentata dallo scrittore Alessandro Bonivaglia, che Max Malatesta disegna con noncuranza e impertinenza: ed anche lui nel procedere dell'azione scenica si distinguerà per attenzioni erotiche prodigate sia alla nuora Elena (Veronica Gentili), che alla domestica di casa Platania - alla quale con imprevedibile mossa solleva la gonna!
Tra conversari pomeridiani e tazze di caffè la vicenda volge al suo drammatico epilogo: sarà lo stesso Platania (Pippo Pattavina) a sorprendere la governante francese in intimità con la nuova domestica... e l'abile regia di Scaparro accentua con buon gioco di luci la scoperta della omosessualità femminile della Di Rauso/Caterina Leher, la quale subito dopo si suicida impiccandosi... Suicidio solo annunciato al pubblico che oggi, con mentalità ben più progredita, avrebbe accolto la notizia dell'omosessualità femminile con indulgenza; ma l'autore Brancati la proponeva più di mezzo secolo addietro con inevitabile scandalo e relative polemiche.
Ineccepibile la regia di Maurizio Scaparro. Appropriate le scene e i costumi di Santuzza Calì.
Il pubblico ha premiato con reiterati applausi l'eccellente livello artistico degli interpreti dalla Di Rauso al Pattavina, al Malatesta, alla Gentili, alla Seminara, agli affiatati comprimari.
Fernando Bevilacqua