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GIORNI MIGLIORI - regia Giovanni Boni e Renzo Sicco

"Giorni migliori" - regia Giovanni Boni e Renzo Sicco "Giorni migliori" - regia Giovanni Boni e Renzo Sicco

Il racconto delle partenze
testo di Laura Pariani
con Sonia Belforte, Cristiana Voglino, Marco Pejrolo, Luca Busnengo, Luca Occelli, Fulvia Romeo e Andrea Fardella
con la partecipazione di Valeria Tron, Luca Zanetti, Anna Barbero e le voci del Coro Valdese di Torino
regia di Giovanni Boni e Renzo Sicco
produzione Assemblea Teatro
prima nazionale al Tempio Valdese, Torino per il
Festival delle Colline Torinesi 2014

www.Sipario.it, 27 agosto 2014

Un contesto inusuale per un racconto di andirivieni, negli spazi e nei tempi. Una pièce narrativa ambientata nel suggestivo tempio valdese, luogo di culto, spoglio, ma pregno di intensità emotiva, di pensiero, religioso, ma autonomo. Qui si consumano due storie parallele, cucite dalla scrittura di Laura Pariani e dirette dalla mano di Giovanni Boni, vicende in qualche modo di genere, maschile e femminile, e di viaggio coatto, di emigrazione per lavoro. La scena è disarmante di semplicità, con un trabattello a tre altezze; in cima da un lato c'è un narratore, che introduce l'arrivo di un gruppo di uomini, hanno varcato l'oceano, dall'Italia, per cercare fortuna; sono poveri, sgualciti, hanno lasciato gli affetti, inondandoli di promesse che perlopiù non manterranno. Vite ai margini, ghettizzate, maltrattate, spremute, intontite ed ingannate, non sempre però, a qualcuno, in fondo, è andata bene. C'è chi non sa scrivere e si rivolge, per le notizie a casa, a scrivani mercenari, che chi affitta materassi ad ore, sono maschi soli, molti piemontesi, sono andati in America del Sud all'inizio del 1900. Quasi cento anni dopo la situazione si ribalta, è dall'America del Sud che proviene il flusso migratorio, a tinte rosa; sono le donne a partire, a lasciare gli uomini di famiglia, a innestarsi in altre famiglie bisognose di badanti, per i vecchi della vecchia Europa ed Italia, orfani di giovani autoctoni. Così le donne si raccontano, si coalizzano, arginano abbordamenti equivoci, si impegnano, guadagnano, risparmiano. Le narrazioni di uomini e donne sono distanti ma speculari, inframmezzate dai canti malinconici di un coro che culla le onde del mare, talvolta confine invalicabile. E nell'immedesimazione, soprattutto di certi interpreti, la nota più forte ed amara è lo sradicamento, ferita profonda, ieri come oggi.

Maura Sesia

Ultima modifica il Sabato, 04 Ottobre 2014 16:13

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