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IN MEMORIAM, LEONARDO, LA VITA, DULCIS IN FUNDO - con Mario Mattia Giorgetti

Mario Mattia Giorgetti in "In memoriam, Leonardo, la vita, dulcis in fundo". Mario Mattia Giorgetti in "In memoriam, Leonardo, la vita, dulcis in fundo".

di Yannis Hott
con Mario Mattia Giorgetti
Spazio Sipario, Milano, dal 28 al 29 aprile 2017

www.Sipario.it, 28 aprile 2017

Leonardo e il suo inno alla vita

La piccola sala dello Spazio Sipario ci accoglie tra i suoi scaffali ricolmi di libri. Sì, perché la sala è anche una piccola biblioteca ricchissima di volumi sul Teatro a cui si aggiungono, accanto, gli uffici redazionali della Rivista Sipario. L'atmosfera che si respira è davvero affascinante. Se alziamo lo sguardo, incrociamo titoli di libri che vanno dal teatro elisabettiano a quello di Pasolini. Proviamo una sensazione di completezza e, allo stesso tempo, di eterogeneità culturale che ci colma lo spirito. Stiamo per assistere a una lettura per soli dodici spettatori. L'esiguità del pubblico aggiunge una certa intimità casalinga. Ci sentiamo ospiti di qualcuno che ci ha invitato a casa sua. Il padrone di casa è Mario Mattia Giorgetti, interprete di questa lettura tratta dai documenti del Genio di Vinci in cui si narra dell'incontro avuto da Leonardo col suo amante e assistente di bottega Giacomo Caprotti, detto Salaì (diavolo), nel castello di Cloux, in Francia, dove era ospite, protetto, di Re Francesco I. La biblioteca bohèmien, in cui siamo seduti, richiama bene l'allestimento scenico immaginato da Yannis Hott che prefigurava lo studio di Leonardo tra una confusione di oggetti e molti libri. Giorgetti entra in scena sedendosi a un tavolo apparecchiato con un sipario rosso su cui spuntano specchi e maschere. L'interprete inizia a leggere il testo immaginando accanto a sé il giovane Salaì. Inizia così un lungo monologo intriso di esistenzialismo in cui vengono toccati tutti gli aspetti più importanti della vita: l'amore, il tempo e la memoria. Il ritmo iniziale, elegante e tranquillo, si fa più incalzante, in seguito, nel suggerirci di non sprecare il tempo, di cogliere il presente e di abbandonarci all'Amore nel suo significato più alto. È un testamento al più giovane Salaì che ancora deve capire. L'interpretazione di Giorgetti, precisa e accurata, ci regala un testo ricco di significati importanti, facendocelo arrivare in tutta la sua chiarezza. Le parole scritte da Hott ci colpiscono nel profondo. Leonardo e Salaì sono il vecchio e il giovane. Sono, metaforicamente, i protagonisti di un modo di dire: "Se i vecchi potessero e i giovani sapessero". Leonardo ha capito ma non può più, mentre Salaì ha tutta la vita davanti ma non ne ha ancora una consapevoIezza profonda. Il finale è un inno alla vita tra gli applausi dei pochi presenti, ma sinceri. Il resto, è un piacevole buffet tra stuzzichini e vino.

Andrea Pietrantoni

Ultima modifica il Sabato, 29 Aprile 2017 11:48

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