di e con Francesco Giorda
con la supervisione di Roberto Tarasco
una produzione del Teatro della Caduta
con il sostegno della Regione Piemonte
prima assoluta
Torino, Teatro della Caduta, 22 gennaio 2015
One-man-show di natura commista, che nasconde sottotesti toccanti nell'apparente levità, nel divertimento per nulla innocuo. C'è sempre da ridere con Francesco Giorda, attore e animatore, intrattenitore esperto di impromptu, clown, monociclista, che da anni collabora con la piccola ed innovativa struttura del Teatro della Caduta e che per la sua verve di artista di strada ha vinto il Premio Torototela della Regione Piemonte. C'è da ridere ma anche da stare all'occhio. Perché Giorda rende gli spettatori complici delle sue follie, in situazioni parodiche di contesti televisivi e da discoteca d'antan, dove si eseguono felicemente ordini dementi, come alzarsi a tempo, sollevare le mani, fare l'onda, temendo la pubblica berlina. Ma tutto ha una misura, tout se tient, ed il gioco a cui l'attore fa partecipare i suoi interlocutori è molto serio. Io è un titolo estremamente coraggioso, infatti il monologo parte da una sala operatoria, da un'anestesia totale. Io inizia e quasi finisce lì, dove si barcamenano fiducia e dubbio, in cui il confine tra coscienza ed incoscienza e dunque anche di fine della coscienza, di passaggio ad un altrove o ad un non più, è labile. C'è la paura, ce n'è molta. Poi, si gioca, si scherza con la platea, la storia è spezzettata e riverberata in tanti frammenti, come sono molti gli specchi che fanno da fondale, talmente numerosi i brandelli di personaggi e situazioni da smarrire il filo, il quale, però, dopo voli pindarici e umoristici, si riannoda, in un lungo elenco di tipologie di persone di cui non ci si fida. Forse Io è uno spettacolo per destrutturare l'io. Forse Io, in questo coinvolgimento collettivo, è anche un modo per vedere, nonostante tutto, se c'è ancora un autentico noi.
Maura Sesia