Di Erika Z. Galli, Martina Ruggeri
Con Piergiuseppe Di Tanno, Lady Maru
Musiche originali Lady Maru
Luci Daniele Spanò, Luca Brinchi
Costumi Clara Tosi Pamphili Maschera Tiziano Fario
Produzione Industria Indipendente Coproduzione Carrozzerie | n.o.t Residenze Armunia, Città del Teatro (Cascina), Corsia Of (Perugia), Angelo Mai (Roma) In collaborazione con short theatre
Romaeuropa Festival dal 3 al 5 ottobre 2017
"Lucifero nella tradizione popolare indica un essere incorporeo in passato serafino, divenuto in seguito un essere di natura eminentemente maligna e come tale potenzialmente assai pericoloso per l'umanità ed il creato."
Una stanza bianca. Un vuoto al cui centro una donna con un uovo in mano attende. Poi le tenebre. Il suono che cresce. E lui, il portatore di luce entra in scena, nudo, partorito dal buio. Cade. Si contorce. Raggiunge un microfono con cui amplifica la sua prima parola: la matrice è Mother ma continua con FUCKER...poi di rosso vestito, muove i suoi primi passi andando ad un ritmo sovrumano fino a che, inavvertitamente, uccide. Schiaccia e rompe quel piccolo essere perfetto, quell'embrione chiuso in un guscio, il primo Chickenshit, essere senza senso, muto simulacro dell'umanità, deposto dalla donna e abbandonato in un punto indefinito dello spazio.
E di nuovo è la solitudine. Lucifer si intrattiene, gravita nel bianco lattiginoso di un non luogo in attesa che accada qualcosa. Poi di nuovo una possibilità... un altro Chickenshit entra nell sua orbita. E ancora una volta la sua inadeguatezza lo rende incapace di costruire, lui distrugge e si strugge. E resta solo. Lui conoscitore di ogni lingua condannato a non comunicare con nessuno, ci prova, con tutto se stesso, tenta di insegnare a respirare, a volare ad altri Chickenshit, ma a nulla valgono i suoi sforzi. Esasperato valica la quarta parete e consegna il mondo nelle mani di uno sconosciuto. L'escursione dura un attimo. Rientra nella sua prigione di un candore insostenibile a contemplare i cadaveri, testimonianza del suo eterno fallimento mentre una frequenza hardcore fa esplodere l'aria.
Industria Indipendente rappresenta una delle realtà più interessanti in circolazione: Erika Z.Galli e Martina Ruggeri mettono in scena una minuziosa ricerca mitologica, concettuale, di linguaggio durata anni, si lanciano coraggiosamente nello spazio convenzionale del teatro creando un connubio potentissimo tra la musica techno di Dj Lady Maru (anche lei performer dello spettacolo) e la parola mai data per scontata.
In un vero e proprio atto di inseminazione, è così che il corpo attore di uno straordinario Piergiuseppe Di Tanno dà vita ad un essere multiforme, espressivo in ogni movimento muscolare, in ogni goccia di sudore, in ogni vibrazione della sua voce intonata, distonca, disarmante e vera, in ogni volo pindarico in lingue poetiche, slang e arcaiche, lasciando chi guarda con la pericolosasensazione che se solo volesse davvero potrebbe incarnare l'impossibile.
D.G.