Da Delio Tessa, Carlo Salsa, Emilio Lussu, Enzo Jannacci, Boris Vian, Corrado Alvaro.
Regia Emilio Russo e Caterina Spadaro.
Interpreti Marco Balbi, Alarico Salaroli
Milano, Teatro Menotti dal 2 al 12 ottobre 2014
Navigli e trincee storie e canzoni della grande guerra
Storie e canzoni della grande guerra
Memorie e racconti della Grande Guerra: narrazione degli eventi, che hanno infiammato l'Europa, visti con lo sguardo dell'infinito schieramento di soldati mandati al massacro.
Torna, indelebile, la memoria di vite spezzate. Forte, quanto tesa a rievocare l'agghiacciante realtà del conflitto: il gelo, la pioggia battente e la paura di morire per un colpo di cecchino o in una trincea, piena di fango.
La storia di tutti
L'el dì di mort, alegher, oltre ad evocare, attraverso l'incipit, la lirica di Delio Tessa è anche esortazione alla "grottesca sagra della morte". Incitamento tragicomico alla guerra: pronta a mietere vittime ogni giorno, in ogni singolo istante.
Marco Balbi e Alarico Salaroli : volti scavati, toni sgomenti e rabbiosi,bevono, parlano e narrano la loro guerra al tavolo di una mensa comune. Portavoce di mille altre uomini, testimoni involontari .... Leggono accompagnati dalle immagini; cantano sulle note della fisarmonica di Alberto Faregna, la verità di una guerra, manovrata dai generali e combattuta da schiere di fanti.
Un equilibrio di voci
Collage di autori e spunti diversi, fusi insieme, in un ampio, poetico, spartito capace di spaziare fra stralci di memorie di Carlo Salsa, testi di Corrado Alvaro, versi di Boris Vian ("il disertore") , sino ai classici insospettabili: quali la ripresa di un testo di Enzo Jannacci in chiave drammatica. "Quel pirla del Silvio": brano tragicomico nella sua essenza originale, suona, in questo contesto drammaturgico, ancora più solitario e disperato.
L'uso del dialetto, esalta la connotazione di lucida tragicità insita nella guerra e conferma, un ensemble perfettamente coerente, fra autori e testimonianze, il cui unico filo conduttore è il volto crudele e rabbioso della guerra di trincea.
Prove della guerra a tavolino
All'allestimento scenografico di grande impatto emotivo. Un tavolo circolare disseminato di memorie: residuati della grande guerra,elmi, uniformi, ritagli di giornali, copertine e vecchi numeri della "Domenica del Corriere" .... e ancora, lettere spiegazzate, cartoline scolorite, vecchie canzoni, tutti elementi volti a creare il primo legame fra pubblico e interpreti.
Efficace la decisione di abbattere la distanza fra, scena e pubblico, nell'intento di creare un vero spazio comune: volutamente collocato dietro alle quinte ed a sipario chiuso
L'impiego sapiente delle luci, a cura di Mario Loprevite, è prevalentemente teso a creare l'atmosfera calda e conviviale di una "chiacchierata sulla guerra" da spendere al tavolo di un vecchio trani. La regia del duo Emilio Russo/Caterina Spadaro fa rivivere, con lucida commozione, la memoria del Grande Conflitto e di una Milano in tempo di carestia: persa fra case di ringhiera, scighera, trani, fame e moti di rivolta.
Francesca Bastoni