di Dario Fo
Regia: Ugo Dighero
Interpreti: Ugo Dighero
Produzione: Teatro dell'Archivolto
Genova, Teatro Duse, dal 9 al 14 gennaio 2018
Quando il testo e l'attore si fondono in un'unità scenica si può sostenere di essere di fronte all'essenza del teatro. È quello che succede nella rappresentazione del Mistero Buffo, testo scritto e recitato magistralmente per la prima volta da Dario Fo nel 1969, nell'interpretazione di un ispiratissimo Ugo Dighero di scena al Teatro Duse di Genova. L'attore genovese ha da diversi anni nei due testi dello spettacolo, Il primo miracolo di Gesù bambino e La parpaja topola, veri cavalli di battaglia, e le interpretazioni portate in scena a Genova testimoniano un lavoro attento sulle fonti e un perfezionamento di parola e gesto. Fedele alla lezione di Fo, Ugo Dighero si presenta in scena come l'artista che ha degnamente raccolto l'eredità del Maestro, presentando se stesso come narratore, introducendo l'argomento delle due narrazioni e il codice linguistico del grammelot di impianto lombardo. In scena Dighero, attore affermato e di grandi capacità attoriali, riesce a catalizzare sul palco l'attenzione del pubblico in maniera ininterrotta per l'intera durata dello spettacolo. L'attore riesce con il solo uso di parola e gesto a popolare il palco, altrimenti vuoto, di un'abbondanza di personaggi ed elementi dinamici e vitali. La lezione di Fo e le caratteristiche della sua presenza scenica, si dimostrano così ancora attuali. Le versioni di Dighero de Il primo miracolo di Gesù bambino che de La parpaja topola avvincono per simpatia e umanità, muovono al riso e nel contempo offrono agli occhi del pubblico un esempio di sacrificio alle scene da parte di un attore maturo e appassionato. Ugo Dighero incarna in scena la narrazione quale forma verbale ed atletica, quando il racconto accelera e si fa sanguigno e fisico. Lo spettatore non può che rispondere con altrettanto trasporto e commozione anche quando, è il caso de La parpaja topola, il tono del racconto si fa licenzioso ed ammiccante ma, come voleva lo stesso Fo, mai volgare. La comunione emotiva tra palco e scena, favorita anche dalla tipologia dei testi, diventa l'elemento più rilevante del Mistero Buffo e, considerata anche la reazione emotiva dello stesso Dighero, questa supera ogni aspettativa. Di grande impatto anche il bis, durante il quale Dighero recita Ho deciso di esportare una merce nuova, incisiva poesia di stampo futurista sull'esportazione coatta della democrazia da parte degli USA durante la guerra in Iraq. Tutto si risolve così in scroscianti e ripetuti applausi per il Mistero Buffo, "questa grandissima scuola di teatro" come lo definisce lo stesso attore.
Gabriele Benelli