di Mario Perrotta
Regia: Mario Perrotta
Interpreti: Mario Perrotta
Produzione: Permàr, Archivio diaristico nazionale, DUEL, La Piccionaia
Genova, Teatro Duse, dal 15 al 16 febbraio 2018
Spettacoli come Milite ignoto quindicidiciotto sono l'essenza stessa del teatro e dell'esperienza sensibile ed emotiva della parola. Il merito va in pieno a Mario Perrotta, attore salentino di sicura esperienza e capace anche in questo caso di una eccezionale prova d'artista. Sullo sfondo storico delle vicende della prima guerra mondiale l'autore e attore dello spettacolo inscena quello che la critica teatrale anche sbrigativamente incasella nell'insieme del teatro di narrazione, ma che offre non solo un esempio di affabulazione, ma l'evocazione di un mondo di ricordi rielaborato in un flusso di dinamismo e sentimento. Perrotta si presenta solo in una scena priva di elementi se non una seduta fatta di sacchi di sabbia, unico elemento visibile che rimanda ai ricordi del campo di battaglia, e sullo sfondo dell'immaginario del pubblico è proiettata la contro storia delle vicende della Grande Guerra. Nel corso di questa proiezione Perrotta dà dimostrazione di una capacità e di un talento che si scopre sempre più ammirevole. La vicenda narrata da Milite ignoto quindicidiciotto è la sommatoria di tutte vicende dei soldati che hanno sacrificato la vita sull'altare di un bene troppo spesso idealizzato dagli alti comandi di patria e onore. Le voci di questi militi ignoti, di coloro che hanno perso la vita senza assurgere all'onore della retorica nazionale, sono rappresentate dal mosaico di accenti e di timbri vocali così abilmente portate in scena da Perrotta, con la meravigliosa invenzione di un glissato tra le voci provenienti da tutta Italia, quasi a ricordare come nelle trincee della prima guerra mondiale si sia realizzata la prima vera unità nazionale. Splendido è il ritmo del racconto che non diminuisce mai la propria forza e vitalità fatta di sentimenti di nostalgia e paura. Il corpo di Perrotta si muove in scena con ampi gesti quasi a dirigere il coro dei sensi corporei e del pathos vissuto in comunione tra attore e pubblico. Il testo dello spettacolo ripercorre il dato storico, la catena di alleanze e il ricordo dei dati del conflitto, ma tutto presto lascia il posto alla presenza dell'individuo senza un luogo e senza un nome, perché in fondo incarna l'esistenza spaesata di tutti e di nessuno di coloro i quali la guerra ha sottratta ogni identità. Milite ignoto quindicidiciotto non si risolve solo in una celebrazione del contributo di sangue dei fanti della Grande Guerra, ma vuole essere un'esperienza che trascende il dato storico per mostrare come la qualità incorporea della parola possa diventare un dato fisico di palpito e trepidazione. Mario Perrotta si dimostra sempre di più il perfetto celebrante del teatro quale rito in scena.
Gabriele Benelli