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MISURA PER MISURA - regia Jurij Ferrini

"Misura per misura", regia Jurij Ferrini. Foto Bepi Caroli "Misura per misura", regia Jurij Ferrini. Foto Bepi Caroli

di William Shakespeare
traduzione di Cesare Garboli
con Jurij Ferrini, Elena Aimone, Matteo Alì, Lorenzo Bartoli,
Gennaro Di Colandrea, Sara Drago, Francesco Gargiulo,
Raffaele Musella, Rebecca Rossetti, Michele Schiano di Cola,
Marcello Spinetta, Angelo Tronca
regia Jurij Ferrini
scene Carlo De Marino
costumi Alessio Rosati, luci Lamberto Pirrone
suono Gian Andrea Francescutti, regista assistente Marco Lorenzi
Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Progetto Urt
visto al teatro Ponchielli di Cremona, 20 febbraio 2018

www.Sipario.it, 26 febbraio 2018

È Shakespeare e il suo pensiero universale e per questo incredibilmente contemporaneo – per dirla con Jan Kott – che emergono in Misura per misura di Jurij Ferrini. A confermarlo è lo stesso Ferrini a fine spettacolo quando dopo aver nominato gli attori della compagnia, frutto della scuola dello Stabile di Torino, chiama l'appaluso sulla grandezza dell'autore e – in ciò – dichiara il taglio stesso del suo allestimento: far emergere la potenza attuale di Shakespeare. Ciò accade grazie alla traduzione di Cesare Garboli – un piacere d'ascolto per gli spettatori e si crede da recitare per gli attori – che restituisce la complessità della lingua e del testo con una trasparenza ed efficacia uniche e coinvolgenti. Di questo Jurij Ferrini è consapevole e da attore ci lavora con attenzione e scrupolo. La storia intricata che vede il duca Valentino (lo stesso Ferrini) cedere il potere al suo vicario Angelo (Matteo Alì) per osservare non visto – travestito da frate – come nella corrotta Vienna si possa ricostituire la giustizia è evidentemente un gioco che ha come finalità raccontare come giustizia e misericordia possano convivere, come la via della pietas non sia in contrasto con la gestione della cosa pubblica. Misura per misura del titolo invita a non mutare l'azione del giudicare in base a chi si macchia della colpa. Questo accade per la condanna di Claudio per aver messo in cinta Giulietta prima di sposarla, questo non vale per Angelo che obbliga la novizia Isabella, sorella di Claudio, a giacere con lui per liberare il fratello. Questo il motore di una vicenda intricata che ha come regista interno il duca travestito, Jurij Ferrini che riesce a rendere chiaro e a disbrogliare la vicenda con grande precisione. A tutto questo si aggiunge la riflessione legata all'amministrazione della giustizia, le suggestioni contemporanee di una Vienna che è uno Stato in cui le leggi sono tenute al guinzaglio, usate a seconda del tornaconto del potente di turno, anche nel caso dell'impeccabile Angelo, il quale credendo di impalmare la novizia si ritrova a fare l'amore con Marianne, donna che avrebbe dovuto sposare, ma poi rifiuta. Insomma giudice e colpevole si ritrovano nella stessa condizione, mentre è salva l'illibatezza di Isabella. Tutto si risolve in un lieto fine matrimoniale che chiude il cerchio, come vuole la tradizione. Ma di questo Misura per misura – spettacolo di solido artigianato teatrale – sembra doveroso mettere in evidenza la prova corretta, precisa, divertita ed equilibrata di un gruppo di attori giovani e solidamente formati: il già citato Matteo Alì, Lorenzo Bartoli, Raffaele Musella, Angelo Tronca, Elia Topognani, Francesco Gargiulo, Rebecca Rossetti, Elena Aimone. Juri Ferrini sa dirigere il gruppo con affetto paterno o da fratello maggiore e costruisce uno spettacolo che nella chiarezza del dire e nella capacità di sciogliere la vicenda ha i suoi pregi maggiori. L'ambientazione contemporanea – scene di Carlo De Marino e costumi di Alessio Rosati – è di maniera, un po' insipida e a tratti proprio bruttina... ma non così invadente da rovinare l'insieme. Sarà colpa di chi scrive, ma la Mandragola di Ferrini senza scene e costumi rimane nel cuore come esempio di un teatro di solida scuola attoriale e che qui si intravvede, parzialmente rovinato da un'ambientazione un po' banalotta che rende Misura per misura uno spettacolo gradevole, ben recitato. E questo il pubblico lo avverte e applaude.

Nicola Arrigoni

Ultima modifica il Lunedì, 26 Febbraio 2018 12:45

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