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MYTHOS - regia Elena Bucci e Marco Sgrosso

Mythos Mythos Regia Elena Bucci e Marco Sgrosso

da Eschilo, Sofocle, Euripide
elaborazione drammaturgica, regia, impianto scenico e costumi di Elena Bucci e Marco Sgrosso
con Matteo Bertuetti, Fabrizia Boffelli, Fausto Cabra, Francesca Cecala, Monica Ceccardi Loredana De Luca, Lorenzo De Luca, Filippo Garlanda, Alessandra Mattei, Ermanno Nardi, Marta Ossoli, Antonio Palazzo, Gianmarco Pellecchia, Silvia Quarantini, Gabriele Reboni, Miriam Scalmana, Elena Strada, disegno luci Cesare Agoni - drammaturgia del suono Edoardo Chiaf - assistenti alla regia Andrea Anselmini, Chiara Pizzatti - collaborazione alla scenografia Andrea Anselmini - collaborazione ai costumi Alessandra Mattei
produzione Centro Teatrale Bresciano
al teatro Sociale, Brescia, 9 dicembre 2102

www.Sipario.it, 29 dicembre 2012

Ci sono spettacoli che non si esauriscono nell'ora abbondante di messinscena, ma che hanno premesse e idealità legate alla permanenza, legate non solo all'estetica, ma anche alla politica, alla consapevolezza che il teatro possa se non cambiare il mondo, perlomeno proporre un pensiero di cambiamento o di riflessione. E' in questo scenario del senso che piace inserire Mythos, messinscena frutto di una collazione di testi da Eschilo, Sofocle ed Euripide, a cura di Elena Bucci e Marco Sgrosso. Mythos - ovvero parola segreta – è svelata per conto del Ctb Teatro Stabile di Brescia da un gruppo coeso di giovani attori under 40 alcuni professionisti, altri per la prima volta in scena. La possibilità di una produzione con diciassette attori in scena è stata offerta dal progetto di Regione Lombardia, Next 2012. Se questi sono gli estremi produttivi di Mythos, l'estetica e la politica – ovvero il legame con la città – si compiono in uno spettacolo dalla lunga permanenza – circa un mese in cartellone al Sociale – e che ha avuto dalla sua l'intenso passa parola del pubblico – non solo scolastico – e crescita del gruppo di attori, corpus unicum, coro da cui sono fuoriuscite le storie del mito. Il racconto parte dal sacrificio di Ifigenia e arriva fino al peregrinare di Oreste passando per la guerra di Troia, per l'uccisione da parte di Clitemnestra di Agamennone e poi quest'ultima uccisa da Oreste. A scorrere è il sangue, flusso che si interrompe nell'areopago, davanti alla dea Athena e all'istituzione della giustizia, al di là delle pulsioni vendicative. Ed è questo il segreto insito nel racconto Mythos e nello spettacolo firmato con gusto da Bucci e Sgrosso. Il mito parla all'uomo contemporaneo, racconta di un oltrepassare i meccanismi di vendetta per dare spazio al senso di giustizia, condiviso dalla comunità nello spazio sacro dell'agorà e verrebbe voglia di dire nel rito del teatro. Mythos procede per immagini e racconti, è una cavalcata alle origini della cultura occidentale, o meglio a quella cultura di confine che vide medioriente e Grecia dialogare e scontrarsi, sfidarsi e contaminarsi in quella grande tragedia che fu la guerra di Troia. Elena Bucci e Marco Sgrosso utilizzano le parole del mito, fanno di Agamennone, Clitemnestra, Oreste i segni funzionali di un processo di civiltà che scorre sotto il segno della vendetta, sotto i dettami oscuri e terribili degli dei e alla fine si compie nell'agorà, nella costruzione dell'areopago e nella costruzione della città/stato come comunità che condivide un profondo e laicissimo senso di giustizia. Che cosa chiedere di più al teatro, all'antico rito del teatro che guardare alle origini della cultura occidentale per riportare nel qui ed ora della scena un senso di responsabilità civica da condividere col pubblico plaudente. Onore al merito a Elena Bucci e Marco Sgrosso, ai ragazzi in scena e alla voglia di produrre con intelligenza del Teatro Stabile di Brescia.

Nicola Arrigoni

Ultima modifica il Domenica, 06 Ottobre 2013 13:25

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