con Luca Latino, Flavio Moscatelli, Ezio Pssacantilli
Regia LATINO, MOSCATELLI, PASSACANTILLI
Teatro Tirso de Molina dal 18 al 29 Settembre 2019
Una perla di equilibrio fra comicità e riflessione, realismo e fantasia la nuova commedia del trio I Centouno: Parto o non parto?. Luca Latino, Flavio Moscatelli ed Ezio Passacantilli hanno fatto loro la lezione di Peppino De Filippo, secondo la quale dietro una risata si nasconde sempre il dramma – piccolo o grande – di un'esistenza.
Il pretesto che dà il via alla vicenda è delizioso: tre amici – Luca, Ezio e Flavio – decidono di ripetere, a dieci anni di distanza, il viaggio che fecero subito dopo l'esame di maturità. Sono pronti alla partenza. Bagagli, auto, itinerario: tutto a posto. Ogni cosa pare procedere al meglio. Ma ecco che la sola attesa di un evento tanto a lungo assaporato diviene il motivo in virtù e per il quale uno spiraglio si apre sulle rispettive vite dei tre protagonisti mettendoli così a nudo. Entrano in scena speranze, timori, sogni, illusioni e delusioni. I tre amici, forse, hanno perduto quella leggerezza che li contraddistingueva da adolescenti? O le esperienze che ciascuno, nel frattempo, ha singolarmente vissuto hanno portato dei cambiamenti? Luca da tempo desidera un figlio, non riesce ad averlo ed è disperato perché teme di non divenire mai genitore. Ezio sembra realizzato nel suo lavoro da addestratore canino, ma in realtà ha paura dei rapporti umani perché segnato e provato dall'abbandono del padre. Flavio affronta la vita con cipiglio dongiovannesco e lievemente infantile; non vuol fare il lavoro di suo papà (il falegname) perché se ne vergogna e coltiva per sé sogni magnifici, fino a quando gli giunge l'inattesa notizia che, forse, una delle tante ragazze conquistate sta per avere un figlio da lui.
Con Parto e non parto? i Centouno hanno messo in scena i loro tipici personaggi cui il pubblico è abituato, dando però maggior respiro drammaturgico e umano. Anche la recitazione di Luca Latino, Flavio Moscatelli ed Ezio Passacantilli ne risulta trasformata: è divenuta più matura e prossima alla vita reale. I toni comici e i ritmi brillanti permangono, ma al momento opportuno sanno lasciare spazio alla riflessione e al dramma, che fa capolino senza però conquistare prepotentemente la scena rendendola mesta, inutilmente lagrimevole e melensa.
Squisito il finale, dove in un rapido flashback assistiamo ai tre protagonisti diciottenni che, quasi alla fine del loro viaggio, fanno piani per un avvenire che non sarà mai come da loro immaginato.
Ciò detto, che succederà ai tre ragazzi divenuti ormai uomini? Luca diverrà mai papà? Flavio accetterà l'idea di avere un figlio? Ezio avrà ancora paura dei rapporti umani, e andrà mai a conoscere suo padre? Non lo sappiamo e non lo sapremo mai. In fondo che importanza ha?
Per i Centouno ogni vita raccontata o rappresentata, per usare le parole di Claudio Magris, non finge una conclusione e s'interrompe in ossequio alla realtà, rimanendo giustamente incompiuta e inconclusiva, anche per la penna che vorrebbe raccontarla tutta e che viene spezzata mentre attende a questo compito eroicomico.
Pierluigi Pietricola