I Centouno in
Parto o non parto?
Di e con: Luca Latino, Flavio Moscatelli, Ezio Passacantilli.
Luci e suono: Samuel Desideri
Regia: Leonardo Buttaroni
Milano – Teatro San Babila 1-3 marzo 2024
Ignoro la ragione, ma le storie che fanno esistere un mondo parallelo a quello in cui vivo, svincolato da certi meccanismi e da alcune dinamiche, mi hanno sempre appassionato. Sono popolate da personaggi straordinari, che paiono caduti in terra dalla luna “a miracol mostrare”. A raccontarci che sono possibili altre forme di esistenza più leggere, folli, ma non meno umane. Più umane addirittura, e ricche di sensibilità. Ecco perché amo, da sempre, le comiche di Stanlio e Ollio. Ecco perché è, fra tutte le loro commedie, Parto o non parto? (in scena al San Babila di Milano) quella che amo di più dei Centouno, il trio di giovani e talentosi attori formato da: Luca Latino, Flavio Moscatelli, Ezio Passacantilli. Un gioiello che evoca le atmosfere alla Laurel e Hardy, una storia pura negli intenti ma non ingenua. E poi divertentissima. Luca, Ezio e Flavio, tre amici da sempre, all’alba dell’età adulta, vogliono celebrare il passaggio in modo goliardico: ripetere il viaggio in Grecia che fecero l’estate dopo aver superato la maturità. Allora avevano diciott’anni. Ora ne hanno trenta. Tutti, tranne Flavio, hanno un lavoro. Tutti, tranne Flavio, sentono il peso delle loro responsabilità. Tutti, anche Flavio, sono ora chiamati a prendere decisioni vere, che cambieranno radicalmente le loro esistenze. Ecco quindi che il viaggio, ammesso che lo si riesca a fare perché succederà di tutto in corso di commedia, non sarà più spensierato come i tre avevano immaginato. Flavio scopre che sta per diventare padre. Luca comprende che dovrà fare i conti con la vita, accettando anche eventi che non desidererebbe. Ezio, finalmente, deciderà di andare a conoscere il padre che lo aveva abbandonato fin da bambino. Ma tutto questo è raccontato e recitato con leggerezza, goliardia, ironia. Reali sono le situazioni, ma spinte al limite del paradosso, proprio come – mutatis mutandis – accade in Stanlio e Ollio. Tutto appare verosimile, sebbene illogico, perché verosimili sono i caratteri dei personaggi interpretati. Luca è il meticoloso, il precisino, colui che ha la tabella di marcia in mano alla quale bisogna ciecamente prestare obbediente osservanza. Flavio è l’anarchico, l’improvvisatore, l’irrazionale per eccellenza che sa subito adattarsi, che ha una soluzione, quasi sempre sbagliata, per ogni problema. Ezio è l’ingenuo, l’innocente che cerca sempre di vedere, rincorrere e realizzare il bene in ogni situazione per i suoi amici fraterni. Una combinazione il cui effetto comico è garantito. I Centouno, che in scena paiono un unico attore, un trio, interpretativamente sono spontanei, limpidi, perfetti nei tempi comici ed in ottima sintonia l’uno con l’altro. Indovinata la chiave di regia di Leonardo Buttaroni, coerente per essenzialità ed equilibrio, diventando tutt’uno con la personalità del trio e, contemporaneamente, con quella individuale di Luca Latino, Flavio Moscatelli ed Ezio Passacantilli. Elementi, questi, che fanno di Parto o non parto? una bella perla del nostro teatro. Pierluigi Pietricola