Studio ispirato a una storia vera
Testo e regia Emma Dante
Con Sabrina Petyx, Sabrina Recupero
Teatro dell Balate, Palermo, dal 2 al 6 novembre 2011
La scenografia è piena di giocattoli, fa quasi paura con le sue bambole e pupazzi. Fa paura tanto silenzio colorato e quasi profano, impietosiscono le musichette che contemporaneamente si attivano, musiche infanti che dovrebbero rallegrare, riportare lo spettatore a piccini ricordi, eppure uno sgomento lo governa, come un disagio segreto e imbarazzato. Due enormi bambole prendono pian piano vita, con meccanica spontaneità e divengono qualcuno nel piccolo universo di giocattoli, un lupo e Cappuccetto rosso. Ma si è una favola! Il lupo tenterà di mangiarsi la piccoletta prendendo il posto della nonna e poi finirà come deve finire, bene.
Ma il lupo non vuole mangiarla, ci vuole giocare, solo giocare. Cappuccetto è contentissima e lo asseconda in ogni sua richiesta e desiderio. E si divertono sempre insieme, mentre la mamma è fuori chissà dove. Il gioco ha la voce grezza di un nonno che adora la sua nipotina, tanto, troppo, e chiede, chiede sempre di più; Cappuccetto, inizialmente accondiscendente, comincia al chiedersi il perché di quei giochi che si fanno sempre più strani e prepotenti. Basterà dire di no al nonno e il gioco da favola avrà termine, e se non dovesse bastare, lo dirà alla mamma. Ma nessuno l'ascolta, Cappuccetto impreca, la madre, apparsa quasi per sbaglio sulla scena, è impegnata a far altro ed anzi la zittisce, sono solo bugie.
La ribellione nei confronti del lupo fa emergere la presa di coscienza che le bugie si sono spacciate per verità, lentamente, con dolcezza, seduzione e inganno, le verità si sono tramutate in beffarde bugie, stoltezze ingombranti.
Cappuccetto non ci sta più, è "sperta", il tintinnante dialetto palermitano delle prime battute s'è fatto più rozzo e diretto, veritiero, i gesti si fanno convulsi e rabbiosi. E' una lotta viscerale quella fra i due, fatta di ignoranza, sottomissione, silenzio, sensi di colpa, complicità. Intanto lo spettatore, sente restringersi lo stomaco e si vede gettato nel proprio Io ludico, che almeno una volta nella vita, è stato ingenuo e tentato a seduzioni pericolose, e non può starsene quieto, anche quando il dramma è giunto, come favola vuole, ad un lieto fine; e non può affermare se sia stato bello o brutto, perché Per guardarti meglio, il nuovo lavoro di Emma Dante, è reale e viscerale a tal punto da non permettere giudizi estetici o etici.
Bisogna decidere, se restare a guardare o riappropriarsi della verità.
Lo spettacolo rientra nella quarta edizione della rassegna "Provocazioni", organizzata dal Teatro delle Balate di Palermo.
Livia D'Alotto