regia di Alvaro Piccardi
traduzione e adattamento di Alvaro Piccardi
Con (in ordine alfabetico) Lara Balbo, Daniele Battimo, Valentina Bernardini, Mariangela Caruso,
Ruggero Cecchi, Michele Ferlito, Stefano Flamia, Martina Giordano, Giulia Grandinetti, Leidys Rojas Martinez,
Fabrizio Milano, Stefano Patti, Paolo Emanuele Quaranta, Dino Lopardo, Tommaso Setaro, Francesco Silella
Disegno luci – Giovanni Venzi, Progetto Fonico – Franco Patimo,
Costumi - Giovanna Arena, Scene - Fabiana Di Marco,
Musiche originali - Giovanni Picardi, Coreografie Giuditta Cambieri,
Prodotto da Politeama Srl
Roma, Globe Theatre, Dall'11 al 18 settembre 2014
Globe Theatre, amato da molti giovani
per conoscere e vivere Shakespeare.
Cominciamo dal Teatro, o meglio dal "Globe Theatre", costruito undici anni fa in seno a Villa Borghese di Roma, per volontà politica di Walter Veltroni, allora ministro del Turismo e Spettacolo e per il contributo sostanziale di Silvano Toti, il quale, invaghitosi del vero "Globe Theatre" di Londra, in cui a suo tempo ha agito, creato gli spettacoli Shakespeare, ha fatto ricostruire fedelmente sulla stessa planimetria, con la stessa struttura lignea, per consentire di avere in Roma un analogo spazio da dedicare alle produzioni scespiriane.
Idea audace, progetto a rischio, ma poi si è dimostrato efficace e lungimirante, visto che è diventato "polo" di attività produttiva continuata nel periodo estivo e pre autunnale per Roma Capitale, grazie al fattivo contributo, sia per disponibilità, sia per capacità di scelte, di Gigi Proietti, da lunga pezza direttore artistico del Globe Theatre.
Polo, si è detto, di attività che affascina soprattutto i giovani, poiché consente loro un rapporto non convenzionale, ma libero con l'ambiente, la sua architettura e collocazione.
Abbiamo voluto assistere ad uno spettacolo giovane, ironico, sagace, divertente, dai contenuti alti sia di pensiero e sia di vita, quale è "Pene d'amore perdute", che il regista Alvaro Piccardi ha tradotto, adattato e messo in scena, prima come saggio di studio per la scuola dove insegnava e poi, vista l'accoglienza del pubblico, trasformato in spettacolo vero e proprio con gli stessi attori diplomati; e da quattro anni c'è l'hanno in repertorio; e il gruppo si è costituito in compagnia di associati. Il percorso è stato lungo, ma ora i risultati si vedono in scena, con una regia snella, carica di humor, di giochi teatrali ludici, di canti e balli, che fanno appello allo spirito della Commedia dell'Arte, di una impostazione che gioca sui contrasti dei linguaggi alti e dialettali, sui piani vocali, senza perdere di vista il messaggio dell'autore. Ma il merito va anche ai 16 attori, (bel numero in un tempo in cui il teatro italiano vede produzioni monologanti) che affiatati dalle repliche, motivati dal piacere di recitare, sono consapevoli che il teatro passa quando si sta in scena con energia, armonia d'intenti, responsabilità condivisa. E bene ha fatto Proietti ad offrire questa possibilità, poiché si tratta di uno spettacolo, pur non avendo nomi di richiamo, che vede la partecipazione numerosa di giovani e giovani disposti a sedersi sul pavimento freddo e umido per poi esplodere in calorosi e sentiti applausi, a tutta l'equipe che senza fare distinzione di aggettivi, merita di essere in toto menzionata per i risultati recitativi, pantomimici, corali raggiunti. Per i loro nomi, si consiglia di leggere attentamente la sopracitata locandina, e metterseli bene in mente.
Avviso ai direttori dei festival. Ecco uno spettacolo da ospitare poiché offre due risultati utili al pubblico: divertimento intelligente e dimostrazione che un gruppo di giovani può organizzarsi in maniera autonoma e vivere professionalmente, a costo di sacrifici, la propria scelta di vita e di arte.
Mario Mattia Giorgetti