martedì, 07 maggio, 2024
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ROSA BIANCA (LA) - di/con Aida Talliente e Sandro Fulvio Pivotti

“La Rosa Bianca”, di/con Aida Talliente e Sandro Fulvio Pivotti “La Rosa Bianca”, di/con Aida Talliente e Sandro Fulvio Pivotti

di/con Aida Talliente e Sandro Fulvio Pivotti
Musiche di Marco Colonna
Disegno luci di Luigi Biondi
Fonica Michele Pegan
Produzione Aria Teatro e Treno della Memoria
Parma, al Teatro al Parco, stagione Briciole Solares, 24 aprile 2024

www.Sipario.it, 24 aprile 2024

A Parma, al Teatro al Parco, per la stagione Briciole/ Solares
“La Rosa Bianca”: eccellente spettacolo di grande rigore e bellezza
Replica anche la sera, bravissimi Aida Talliente, Sandro Fulvio Pivotti e Marco Colonna

Il primo incontro con Aida Talliente era avvenuto all’Ermo Colle, il festival diffuso che si svolge nei primi giorni d’agosto in provincia di Parma: era il 2010 - e “Sospiro d’anima, la storia di Rosa”, il suo spettacolo, aveva naturalmente vinto quel Palio “poetico musicale”. Magnifico! Sempre bravissima anche in successivi incontri. Con “Aisha” per esempio. E la sua capacità di narratrice che entra e esce da più ruoli, una cadenza speciale, si è confermata con “La Rosa Bianca”, al suo fianco, altrettanto bravo, un rito comune, scandito con cura, passaggi precisi, Sandro Fulvio Pivotti. Ed emozionante, una qualità espressiva ai fiati straordinaria, perfetta l’adesione all’azione scenica, Marco Colonna, come sottofondo, per l’atmosfera ma anche i silenzi.  Un grande spettacolo, accudito con ogni cura, anche per le luci. Ecco: si è scelto di iniziare evidenziando il valore della teatralità perché dispiace quando un contenuto - certo prezioso, Aida sempre attenta al tema della memoria - sembra dare senso in sé al lavoro sulla scena. Qui un tutt’uno. Ben nota la storia della Rosa Bianca, sempre doloroso ricordare, in particolare, la giovane età dei due fratelli Hans e Sophie Sholl che, insieme ad Alexander Schmorell, Willi Graf, Christoph Probst e il professor  Kurt Huber, furono condannati a morte dal regime nazista nel 1943. Di recente organizzata anche una bella mostra itinerante con un’accurata documentazione su tutti i membri dell’organizzazione, e di notevole efficacia anche il film del 2005, regia di Marc Rothemund. 

Nello spettacolo visto al Teatro al Parco, in programma  anche la sera, sul palcoscenico ci sono lunghe file di fogli semiaccartocciati che potrebbero forse evocare il fiore del titolo, ma che accolgono anche frammenti dei volantini scritti contro Hitler, raccolti a tratti e letti a volte da Aida Talliente altre da Sandro Fulvio Pivotti, sempre con grande rigore, con sguardi complici quando sono i giovani cospiratori ribelli, ma anche con modalità diverse, se necessario lui la fascia con svastica al braccio, per l’interrogatorio. Avevano imparato a muoversi clandestinamente portando i loro messaggi anche in città diverse, ma a catturarli era poi stato quel bidello/ spia  quando avevano fatto volare dall’alto i volantini all’interno dell’università. Sul fondo tre alti pacchi di fogli: su quello al centro è seduto il musicista. Parti narrate si alternano a immedesimazioni. I primi pensieri sulla morte. Già: tutto è già accaduto, ma le domande creano ancora una lunga eco. Come si può rinunciare al bene più prezioso che è la vita? “Non lo capisco, è strano, è un mistero”. Forse ci vuole una finalità tanto importante, “così ispiratrice e confortante da permettere di superare la paura e di andare oltre”? Dati storici si alternano a conoscenze ravvicinate della famiglia Sholl, degli altri componenti della Rosa Bianca. La condanna decisa ancora prima del processo. Sulla soglia della morte sono ricordati i versi di Goethe che tanto amava il padre di Hans e Sophie, dove ricorre più volte la parola libertà. “C’è qualcosa per cui vale la pena di morire”. Inizia un canto comune. Un vento muove i fogli a terra, un rumore inquietante. Sul fondo appare la scritta “Lo spirito vive”.

Valeria Ottolenghi

Ultima modifica il Venerdì, 26 Aprile 2024 19:02

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