di Jon Fosse
traduzione Graziella Perin
regia Valerio Binasco
con Pamela Villoresi, Valerio Binasco, Michele Di Mauro, Giordana Faggiano, Fabrizio Contri, Giulia Chiaramonte e con Isabella Ferrari
PERSONAGGI E INTERPRETI
DONNA – Pamela Villoresi
RAGAZZA – Giordana Faggiano
L’UOMO – Valerio Binasco
MADRE – Isabella Ferrari
SORELLA – Giulia Chiaramonte
LO ZIO – Michele Di Mauro
IL PADRE – Fabrizio Contri
scene e luci Nicolas Bovey
costumi Alessio Rosati
suono Filippo Conti
video Simone Rosset
assistente regia Eleonora Bentivoglio
assistente scene Eleonora De Leo
assistente costumi Rosa Mariotti
Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Teatro Biondo Palermo
In accordo con Arcadia & Ricono Ltd per gentile concessione di Colombine Teaterförlag
Debutto in prima nazionale: Torino, Teatro Carignano – 5 marzo 2024 (repliche fino al 24 marzo).
Durata: 90 minuti
Roma – Teatro Vascello dal 16 al 21 aprile 2024
A lettura, i dialoghi di Jon Fosse, appaiono come frasi estrapolati da discorsi più lunghi dei quali vengono riportate le parti finali. Non per imitazione di Beckett, ma perché il drammaturgo intende rappresentare situazioni che, sebbene nel presente, si svolgono in periodi più lunghi. Il presente al quale assistiamo è una sospensione continua che forse vedrà una fine o forse no. Per Fosse non sono le conclusioni a contare, siano esse definitive o ambigue. La ragazza sul divano, oltre ad essere la sua pièce più nota e rappresentata, è il caso emblematico dove queste caratteristiche drammaturgiche di Fosse emergono in modo luminoso. E ciò avviene mediante un escamotage usato svariate volte in letteratura e in teatro: il flashback; che qui assume tratti originali sul piano dello stile. Nel mentre vi è qualcuno che ricorda i tratti salienti della propria vita, come in una sorta di procedimento autoanalitico, il passato si manifesta. E quando questo avviene, chi ricorda non esce di scena ma assiste alle sue stesse memorie che divengono teatro. Il tutto avviene, per sommi capi, così: il personaggio accenna ad una caratteristica psicologica che lo riguarda e che è emersa a causa di un certo avvenimento nel passato. A questo punto, il personaggio smette di parlare e sulla scena ecco materializzarsi quell’episodio. Poi, si torna al presente. Viene fuori un altro elemento importante e di nuovo si viene riproiettati all’indietro. Un pingpong continuo, presente-passato-presente-passato che sussistono insieme sullo stesso piano, fluendo uno nell’altro. Nella Ragazza sul divano, attraverso questo procedimento, assistiamo alle vicende di una donna di mezza età, presumibilmente una pittrice anche se lei non si considera tale e al limite non brava, che per tutta la sua vita è vissuta da sola. È stata abbandonata dal padre: uomo di mare che viveva sempre lontano da casa; dalla madre che, ferita dalla distanza del marito, impegnata a macerarsi nel dolore ha ignorato le sue due figlie e si è ricostruita una relazione col cognato fuggendo dall’oggi al domani di casa; dalla sorella che, in assenza di esempi sani da ripercorrere, ha ceduto ad eccessivi e licenziosi facili costumi per sublimare forse un’esagerata mancanza di affetto. Su questo materiale drammaturgico, Valerio Binasco ha trovato terreno fertile per realizzare uno spettacolo straordinario, riflettendo sul senso delle relazioni umane, a come e a quanto esse abbiano a che fare con l’abbandono e la sua sublimazione. La solitudine che lascia dietro di sé chi abbandona andandosene, può trasformarsi in fiore? Come è possibile riuscirci? Queste le domande che Binasco, attraverso Fosse, si pone e ci pone. E lo fa avvalendosi di una meravigliosa Pamela Villoresi: intensa, passionale, contrita nel suo dolore, mai fuori le righe. Una recitazione perfetta! Poetica e bella, misurata nei momenti di pathos, Giordana Faggiano: giovane attrice dotata di chiavi interpretative di strabiliante profondità e raffinata maturità. Pierluigi Pietricola