di William Shakespeare
regia e traduzione: Ferdinando Bruni
scene: Andrea Taddei, costumi: Ferdinando Bruni
con Nicola Russo, Federica Castellini, Ida Marinelli, Luca Toracca, Edoardo Ribatto, Giancarlo Previati, Alessandra Antinori, Fabiano Fantini, Alessandro Rugnone, Giovanni Andrea Fugaro, Nicola Stravalaci, Silvio Laviano, Jacopo Fracasso
Verona, Teatro Romano, dal 23 al 26 luglio 2008 (prima assoluta)
Milano, Teatro dell'Elfo, dal 15 gennaio al 15 febbraio 2009
«Romeo e Giulietta» è una tragedia scritta da un poeta ancor giovane nella quale giovani squassati dai loro sentimenti irruenti e totalizzanti corrono impazienti verso la tomba. Non solo i protagonisti, ma anche i loro giovani amici e parenti che giocano con la morte per sfidare l' immortalità. Giovani oppressi dagli odi, dai pregiudizi, dall' ottusità degli adulti. Gli impeti dei due amanti, il loro essere estremi, irragionevoli, ebbri di vita, di desiderio, e il continuo, pervasivo presagio di morte che sin dall' inizio incombe sulla vicenda sono i tratti più riusciti della lettura registica che Ferdinando Bruni dà della tragedia di Shakespeare. Meno convincente, oltre alla traduzione dello stesso Bruni, è la rappresentazione dello stolto, violento, vendicativo mondo degli adulti: lo scivolare spesso nel caricaturale, fa scolorire il rosso sangue delle loro tragiche responsabilità. Bravi i due giovani protagonisti, Federica Castellini, una Giulietta innamorata del suo amore, sicura e fragile che corre impavida e terrorizzata verso la morte, e Nicola Russo, un Romeo nevrotico e irrequieto, affettuoso e aspro, inesperto e assoluto, anche lui in corsa verso la stessa meta stabilita dagli uomini più che dal destino. Molto brava Ida Marinelli nel disegnare una nutrice di autentica, sventata verità. Teatro dell' Elfo, fino al 15 febbraio
Magda Poli
Gli impeti dei due giovani amanti, il loro essere estremi, irragionevoli, ebbri di vita, di sentimento, di desiderio, e il continuo, pervasivo presagio di morte che sin dall' inizio incombe sulla vicenda sono i tratti più riusciti della lettura registica che Ferdinando Bruni dà di Romeo e Giulietta che ha debuttato a Verona al sessantesimo Festival Shakespeariano. Nella lignea, duttile scena di Andrea Taddei, bravi i due giovani protagonisti, Federica Castellini è una Giulietta innamorata del suo amore, sicura e fragile che corre impavida e terrorizzata verso il sepolcro, e Nicola Russo è un Romeo nevrotico e irrequieto, affettuoso e aspro, inesperto e assoluto, anche lui in corsa verso la stessa meta stabilita dagli uomini più che dal destino. Meno riuscita, oltre alla traduzione dello stesso Bruni cui manca uno stile incisivo, è proprio la realizzazione dell' ottuso, violento, vendicativo mondo degli adulti che spesso dal grottesco scivola nel caricaturale, minimizzando e scolorendo il rosso sangue delle loro tragiche responsabilità. Uno spettacolo che col tempo sicuramente troverà la giusta misura.
Magda Poli