di Bertolt Brecht
regia Claudio Longhi
con Umberto Orsini, Nicola Bortolotti, Simone Francia, Olimpia Greco, Lino Guanciale, Diana Manea, Luca Micheletti, Michele Nani, Ivan Olivieri, Giorgio Sangati, Antonio Tintis
musiche originali Hans-Dieter Hosalla, traduzione Mario Carpitella, dramaturgia Luca Micheletti, scene Csaba Antal, costumi Gianluca Sbicca, luci Paolo Pollo Rodighiero
Teatro di Roma - Emilia Romagna Teatro Fondazione
Teatro Argentina, Roma dal 3 al 7 aprile 2013
Subito la violenza, come cifra distintiva di Bertolt Brecht. Mentre uno degli attori/cantanti intrattiene il pubblico con ottimi accenti, una donna irrompe in palcoscenico inseguita da un energumeno che la getta a terra e la violenta.
Va anche detto che il regista ha interposto tra pubblico e palcoscenico una distesa ben allineata di cavolfiori che –con pessimistica immaginazione- potrebbero indicare non solo l'attività commerciale di Arturo Ui, ma alludere con la loro rotonda rugosità a veri e propri teschi umani, e costituire un preciso riferimento all'olocausto!
Interpretazione relativamente lecita, in quanto il filo conduttore della vicenda scenica è la trasformazione graduale del boss delle verdure di Chicago nel creatore del Nazionalsocialismo: in questa ottica vengono rievocate alcune tappe fondamentali dell'ascesa del Nazismo – quali l'eliminazione della "vecchia guardia" di Ernst Röhm; nonché il famoso incendio del Reichstag – con conseguente processo a carico dei "rossi", abilmente pilotato dal partito di Hitler.
Artefice del tutto in scena è un Arturo Ui che a gradi lascia i panni borghesi del boss di Chicago per quelli più vistosi del dittatore Nazista: protagonista di tale iter è l'attore Umberto Orsini dapprima mingherlino e pencolante da un lato, poi – assunto con sapiente trucco in vista del pubblico il sembiante di Hitler - lo vediamo ergersi dritto nella ben nota divisa color ocra con svastica al braccio sinistro mentre una musica marziale sottolinea l'aspetto militarista del suo movimento politico.
L'autore Brecht non è ovviamente uno storico e non accenna minimamente alle durissime condizioni imposte alla Germania: il carico delle riparazioni di guerra risultò eccessivamente gravoso per l'economia tedesca e contribuì non poco al successo del nazismo!
Va comunque lodata la regia di Claudio Longhi che, pur nell'eccessiva lunghezza della pièce, ha ottimamente orchestrato gli scatenati attori/cantanti del complesso "Emilia-Romagna Teatro Fondazione", tutti particolarmente bravi e che citiamo nell'ordine della locandina: Nicola Bortolotti, Simone Francia, Olimpia Greco, Lino Guanciale, Diana Manea, Luca Micheletti, Michele Nani, Ivan Olivieri, Giorgio Sangati, Antonio Tintis.
Eccellente la prestazione artistica di Umberto Orsini, del quale si è già detto.
Originale la scena fatta in apertura di cataste di contenitori di plastica messi l'uno sull'altro, che un sapiente giuoco di luci trasforma nei grattacieli di Chicago. Austera la medesima quando diviene aula di tribunale. Ignoto o dimenticato il nome dello scenografo si recita quello di Hans-Dieter Hosalla quale autore delle musiche originali!
L'invasione della platea da parte degli attori per coinvolgere massicciamente il pubblico, risulta decisamente lunga al limite del fastidio... Dopo l'ubriacatura di tutto Brecht elargita genialmente da Giorgio Strehler dagli anni '45 ai '90 circa, di tanto in tanto anche un Brecht vi può stare. Ma che non duri 3 ore o più.
Fernando Bevilacqua