di Anton Cechov
con Zuzzurro e Gaspare
Milano, Teatro Ciak, dal 20 dicembre 2007
I protagonisti de L' Orso, Tragico contro voglia, Il tabacco fa male e La domanda di matrimonio di Anton Cechov sono esseri buffi che lottano per padroneggiare il corso della loro esistenza, ma non ci riescono, «antieroi» ridicoli persi nel labirinto del quotidiano. La loro densità di personaggi sta nella vita che scorre, e qui scorre a ritmo di scherzo tra momenti di «normale tran tran» e improvvise impennate, turbinii e galoppi, salti di umore irrefrenabili. Cechov in queste notissime pièces dal sapore di vaudeville dice «guardate, guardate come vivete male» e come siete divertenti nella vostra scempiaggine e nella vostra infelicità. Zuzzurro e Gaspare, Andrea Brambilla e Nino Formicola, portano in scena gli atti unici sotto il titolo di Scherzi dimostrando anche con Cechov di essere un' ottima coppia comica e affrontano l' autore russo senza stravolgerlo, affidandosi, giustamente, allo spessore comico dei personaggi, credendo nel testo più del regista Massimo Chiesa che troppo spesso insegue facili soluzioni per strappare risate. Una regia che, seppure con la bella intuizione del contrappunto delle musiche di Arturo Annecchino eseguite al piano dal bravo Giovanni Vitaletti, spinge troppo sul grottesco come ne La domanda di matrimonio, dove la protagonista, interpretata da Eleonora d' Urso, è solo una bisbetica indomabile senza crescendo e senza sfumature, costantemente infuriata. Molto bravo Zuzzurro che dà un mesto, perfetto estro di stupore e di sbiadita meraviglia al suo oratore che si perde, senza mai parlare dei danni del tabacco, in un abisso di pensieri e frustrazioni. Gaspare nel Tragico controvoglia dialoga virtuosisticamente col pianoforte disegnando un divertentissimo personaggio oberato di pacchi, pacchetti e nevrosi. E la vita scorre ingloriosa, in un comico falò delle vanità.
Magda Poli
Successo a Milano per «Scherzi» dove i due attori si cimentano in quattro monologhi brillanti del grande autore russo, dimostrando, oltre al talento comico, buone doti drammatiche
Trent'anni legati da un cordone ombelicale: Zuzzurro e Gaspare (alias Andrea Brambilla e Nino Formicola). Alla televisione non ci pensano più. Almeno per ora. Ma al teatro sì. E con passione viscerale. Ci hanno provato con Neil Simon, con Frayn, con Feydeau. Ed è andata bene, o almeno quasi sempre bene. Adesso ritentano con Cechov. Il passo è più ambizioso. Ma attenzione non è il Cechov dei grandi capolavori, Tre sorelle o
Giardino dei ciliegi, per intenderci. È solo il Cechov di quegli atti unici con cui l'autore russo si fece le ossa e che riduttivamente chiamò 'scherzi'. Scherzi, ma poi se li osservi bene sono qualcosa di ben di più ; sono degli autentici gioiellini. Lavori dove non c'è ancora un'esaltazione della drammaticità, del pessimismo; un accenno sì, ma pervaso da un umorismo nel gusto della satira. Quell'umorismo e quella satira che meglio di ogni altra sono arma di conoscenza di smascheramento, della falsità delle convenzioni e insieme negazione della retorica. E Scherzi, il titolo veniva facile, Andrea Brambilla e Nino Formicola hanno voluto chiamare il loro spettacolo (di scena al milanese nuovo Ciak - Fabbrica del Vapore) in cui, dalla mano abile ed elegante di Massimo Chiesa, cuciti insieme sono quattro appunto degli atti unici. Si comincia da L'orso. E qui la situazione appare fin dall'inizio spassosamente paradossale. L'orso del titolo è un infuriato ed apparentemente inesorabile creditore che villanamente irrompe in casa di una (anche lei solo apparentemente) inconsolabile vedovella. Una catena di battibecchi, dinieghi, minacce, insulti, perfino una sfida a duello. Finché… finché fra i due irriducibili contendenti scoppia l'amore. Anche Una domanda di matrimonio è un abilissimo crescendo di una assurda disputa e di nevrotiche ripicche.
Subito dal principio, i tre protagonisti sono già caricati a molla per girare frenetici intorno al perno del vaudeville tagliente, punteggiato di sottile, quando non feroce, ironia. Altra è la musica di Tragico controvoglia.
Cechov qui a costruire la sua acre e beffarda partitura sulla semplice lista delle spese che un povero ometto deve fare per la moglie in vacanza: un catalogo di insignificanti incombenze che getta un'ombra di follia su una vita intera. Quanto al notissimo Il tabacco fa male, il monologo ruota intorno alla conferenza di un cialtronesco oratore che subito si trasforma in una triste confessione di miserie e meschinerie familiari.
Da bravi amici, si spartiscono bene i ruoli Zuzzurro e Gaspare. Fa suo il primo, il ruolo dell''orso' e quello del tabagista e lascia al compagno quello dello sposo isterico della Domanda e quello quasi gogoliano del protagonista di Tragico controvoglia. Ed entrambi, forti anche di una vena allucinata, li ricamano giocando con abilità, creatività e talento dimostrando assai bene, l'uno usando un registro più flemmatico, l'altro più nevrotico, di quale vis comica ma anche drammatica siano in possesso. A far loro da spalla femminile, la brava Eleonora D'Urso.
Domenico Rigotti