di Cristina Comencini
scene e costumi Paola Comencini
regia Cristina Comencini
con Angela Finocchiaro, Maria Amelia Monti, Stefano Annoni
Genova, Politeama genovese, dal 5 al 7 dicembre 2013
Sono tre i protagonisti de La scena, il testo scritto e diretto da Cristina Comencini, presentato al politeama genovese in questi giorni. Il cast femminile comprende due grossi nomi della nostra comicità in rosa, Angela Finocchiaro e Maria Amelia Monti e poi c'è un "lui" che è la vera sorpresa positiva, il giovane Stefano Annoni. La drammaturgia gioca sulla vicenda di due amiche – nemiche, due donne non più nel fiore degli e dalle esistenze completamente opposte che si amano e odiano da sempre. Lucia (Angela Finocchiaro) è un'attrice che, nella sublimazione dell'arte, riversa le sue frustrazioni di donna oramai rassegnata a vivere senza uomo, Maria invece è un donna in carriera piuttosto "leggera" che spesso incoccia in rapporti fugaci con uomini a cui non chiede neppure il nome nella tacita speranza d'incontrare quello giusto. Tra questi amplessi occasionali arriva quello con Luca (ma il nome esce fuori molto dopo) compagno di letto giovane e occasionale che la donna aveva "dimenticato" nell'altra camera. Ed ecco che salta il banco e si rimescolano le carte. La contrapposizione tra le due donne è tale sino a un certo punto, poi l'elemento nuovo e perturbante del ragazzo in mutande ribalta la scena e la situazione. Tutto prende il sapore della commedia degli equivoci e in questi rimandi il maschietto non sopporta certo in silenzio. Cadute le maschere, è lui a prendere il sopravvento, fino ad impaurire le due donne mature con mosse di tai chi. Una dimostrazione di forza infantile che dietro nasconde problemi coi genitori mai risolti e che solo le due mamme riusciranno poi a capire e consolare.
Testo che non si risolve là dove, forse, sarebbe valsa la pena di sciogliere maggiormente la briglia alle due attrici. Ad un certo punto si spera che il "triangolo impossibile" sfoci in qualcosa d'inatteso, ma così non è, tutto resta, invece, sul piano d'una comicità leggera, quasi pretenziosa, che sotto la foggia d'una scrittura disimpegnata, nasconde l'intento di far specchiare il pubblico in quel che accade in scena, rinunciando ahimè alla sorpresa. Il pubblico comunque ride e ride tanto,... beato lui.
Francesca Camponero