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TO PLAY OR TO DIE - regia Giuseppe Provinzano, Chiara Muscato

"To play or to die", scritto diretto interpretato da Giuseppe Provinzano assieme a Chiara Muscato "To play or to die", scritto diretto interpretato da Giuseppe Provinzano assieme a Chiara Muscato

scritto diretto interpretato da Giuseppe Provinzano assieme a Chiara Muscato
Scene e costumi: Vito Bartucca
Light designer: Gabrìele Gugliara
Musiche: Roberto Cammarata
Marionette: Elena Bosco
Assistente alla regia: Diana Turdo
Produzione: Teatro Biondo Palermo/Babel Crew
con il sostegno di Spazio Franco in collaborazione con
CSS Teatro Stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia
Sala Strehler dal 30 ottobre al 2 novembre 2019

www.Sipario.it, 11 novembre 2019

L'Amleto di Shakespeare è una fisarmonica. La puoi suonare allargandola o restringendola, tanto qualcosa di buono uscirà. È un personaggio Amleto che non ti stanchi mai di apprezzarne arguzia e intelligenza. Un personaggio certamente paradigmatico che fa parte dell'immaginario collettivo, come la Monnalisa di Leonardo che se molti non l'hanno mai vista al Louvre conoscono benissimo faccia e sorriso ambiguo. Credo poi che l'Amleto sia una summa di tanti sentimenti in grado di far navigare spettatori e lettori per mari e terre sconosciute. All'inizio il lavoro sembra un regolamento di conti tra Amleto e lo zio Claudio che gli ha ammazzato il padre per sedersi lui sul trono di Danimarca e godere delle bellezze della cognata Gertrude, madre di Amleto. Poi diventa una sofisticata "trappola per topi" che Amleto architetta nei confronti dello zio usurpatore per cercare di smascherarlo. Ma Amleto, colto e raffinato com'è, non può agire come un qualunque mafioso innescando una faida infinita. Ad Amleto non basta che lo spettro del padre gli abbia detto che è stato il fratello ad assassinarlo in giardino mentre dormiva inoculandogli nell'orecchio un veleno mortale. Amleto ha in mano una scala reale, lo zio solo un poker d'assi. Agirà come un Pirandello ante-litteram utilizzando l'escamotage del teatro nel teatro o come un Freud anticipatore delle dottrine psicanalitiche, osservando le reazioni dello zio allorquando i comici chiamati a corte rappresenteranno l'Assassinio di Gonzago, una pantomima che aprirà le danze d'una carneficina che vedrà Polonio infilzato da Amleto che a sua volta poi perirà insieme a Laerte, Gertrude e Claudio. Sono molti i registi, italiani e stranieri, che hanno messo in scena l'Amleto, solo Ronconi e Strehler non l'hanno mai fatto. Chissà perché. Adesso last but not least, Giuseppe Provinzano ha scritto diretto e interpretato con Chiara Muscato un Amleto divertente e profondo, ricco di musiche, titolato To play or to die cui segue that is the question...today (Giocare o morire questo è il problema oggi) messo in scena nella Sala Strehler del Biondo di Palermo, che sembra quasi un vademecum del buon teatrante, un breviario d'un attore scafato che conosce bene come vanno le cose dentro e fuori il Teatro. Lui nei panni di Amleto lei in quelli di Ofelia, tra il serio e il faceto, con molta ironia e frecciate al nostro establishment culturale e politico, danno vita a tanti personaggi del dramma, anche con l'ausilio delle marionette di Elena Bosco. Addirittura all'inizio nutrono dei dubbi se il pubblico che hanno davanti sia entrato a gratis o abbia pagato il biglietto, interrogandosi sulla propria professione di teatranti e innescando acute osservazioni sulla cultura di oggi andata in frantumi. Sono due in scena, dicono, perché gli altri attori si sono licenziati, si sono perduti i dialoghi, il ministero ha tagliato le sovvenzioni, ma loro sono lì testardamente a continuare a recitare per non morire. In questo suo j'accuse, Provinzano ha il sostegno morale di Heiner Müller e del suo Hamletmachine scritto dodici anni prima della caduta del muro di Belino, in cui ragionava sulle contraddizioni e i paradossi dell'intellettuale contemporaneo che vedeva crollare qualunque tipo di cambiamento della società di allora come quella di oggi. La vita come il Teatro non deve vivere di elemosine, così come viene esplicitato da Amleto/Provinzano nel suo monologo del titolo: "se sia più coraggioso star seduti a fissare il mondo alla rovina o alzare il culo e fare la propria parte. Poltrire, dormire, nulla più ... mi sono rotto le palle! Perché non è che russando o inveendo di fronte a uno o a un altro schermo possiamo dire basta al dolore, all'inganno, alla merda. Non è così che si cambia il mondo. Urlare, protestare, scioperare, manifestare, occupare forse. Forse. Perché questo è il nodo. Schifiamo tutti il nostro tempo: i presidenti tiranni, i governi corrotti, le guerre di profitto, le leggi ingiuste, l'insolenza dello Stato, i calci sulla brava gente, la propaganda e le false promesse ... ma noi no, noi non ci fermiamo: noi siamo quelli che nel giorno di pausa scioperiamo, che per protesta gratis "performiamo" ... ma al miglior offerente i nostri diritti deleghiamo".

Gigi Giacobbe

Ultima modifica il Martedì, 12 Novembre 2019 01:32

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