di Pierre Carnet De Marivaux
traduzione: Mariagiovanna Frigerio
regia: Lorenzo Loris
con Elena Callegari, Giovanni Franzoni, Giorgio Minneci, Corrado Calda, Paola Campaner, Stefania Ugomari Di Blas, Alessandro Tedeschi
scene: Daniela Gardinazzi
costumi: Nicoletta Ceccolini
Milano, Teatro Out Off, dal 17 maggio al 24 giugno 2007
Se le donne irrompono nell’eremo del Principe
Lorenzo Loris, riprendendo Il trionfo dell’amore di Marivaux per l’Out Off, parte dalle opposte prospettive di un gioco teatrale fine a se stesso, portando fuori dal tempo il rifugio illuminista in cui un giovane principe privato del trono che gli spettava viene educato al culto dell’intelligenza e al disprezzo dei sensi predicato dall’asceta Ermocrate e dalla sorella. Ci penserà però il destino a far innamorare la principessa usurpatrice della sua vittima vista per caso, e farla travestire insieme alla sorella da maschio per penetrare clandestinamente nell’eremo, dove con ritmi travolgenti si conqusiterà non solo il principe ma anche i due filosofi vegliardi, travolti dalle voglie di sesso e puniti di conseguenza da crudeli sofferenze. Ecco allora che, tra servi che si esprimono in vari dialetti nostrani e gran libertà di linguaggio, vestiti come noi, tanto che perfino Arlecchino perde la maschera, mentre i parrucconi sfoggiano costumi di fogge orientali o comunque coloratissimi, appaiono due ragazzine in canottiera che affidano solo alle parrucche la loro trasformazione in maschi; evviva quindi la naturalezza con cui si inseguono tutti con ostentata strafottenza, in una scena dove basta l’arrotolarsi dei tulle a creare ambienti sempre nuovi, e scatta il miracolo della rappresentazione perché bastano i gesti e le parole a rendere vero il falso e attuale il divertimento. A conquistare il pubblico saranno allora ovviamente i due parrucconi beffati, una stupefatta sublime Elena Callegari impazzita per una ragazza in unisex continuando a crederla maschio e il barbuto Giovanni Franzoni in gran forma, vere maschere senza maschera in un gioco senza fine pieno di musicalità e di invenzioni in quello che si potrebbe chiamare il trionfo del teatro.
Franco Quadri
Marivaux ne «Il Trionfo dell' amore», commedia del 1732 fitta di macchinazioni e di travestimenti, tesse un gioco di intrighi e di inganni piccante, crudele e sfrontato che molto somiglia a una sciarada di corte e che ha come motore la conquista amorosa. E per conquistare il principe Agis, cui senza colpa ha usurpato il trono, la principessa Léonide non esita a travestirsi da uomo per entrare nella casa del filosofo Ermocrate e di sua sorella Léontine, due scontrosi misantropi che teorizzano la solitudine e l' isolamento, dove il giovane vive nell' odio per chi l' ha detronizzato. Léonide, come un' avventuriera, in nome dell' amore non conosce ostacoli, distribuisce delusioni e dolori e fa innamorare di sé tutti, uomini e donne. Alla fine, complice la dama di compagnia e due servi di casa, l' amore, per lei spietata e truffatrice di sentimenti, trionferà. Lorenzo Loris fa di questa raffinata musica da camera di intrighi e ardori una canzonetta dei nostri giorni tra veli, altalene, pochi elementi scenici, abiti orientaleggianti per «i filosofi» e i loro domestici e per la principessa e la sua dama canottiere e anfibi. Il regista fa ben scorrere la trama oscillando tra farsesco, grottesco e naturalismo senza, però, spingere decisamente verso una precisa chiave di lettura ricorrendo solo a piccole «forzature» di superficie: i servi Arlecchino e Dimas, Corrado Calda e Giorgio Minneci (davvero gustosi nella fluida traduzione di Mariagiovanna Frigerio i giochi linguistici di Dimas) sono ovviamente sciocchi e agitati, Léonide, Stefania Ugomari Di Blas, e la sua dama, Paola Campaner, travestite da uomo hanno sempre mani in tasca o sulle bretelle e la loro recitazione è fresca ma senza misteri come per l' Agis di Alessandro Tedeschi. Mentre in Leontine, interpretata dall' ottima Elena Callegari, si leggono trasalimenti e stupori di verità così come nell' Ermocrate di Giovanni Franzoni. IL TRIONFO DELL' AMORE, al Teatro Out Off, fino al 24 giugno
Magda Poli