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TEATRO STABILE DI GENOVA : La stagione INSIEME 2017/18 del Teatro Stabile di Genova e del Teatro dell'Archivolto. In evidenza

Con la prima nazionale di Fine dell'Europa di Rafael Spregelburd mercoledì 11 ottobre al Teatro Duse si inaugura la stagione INSIEME 17/18 del Teatro Stabile di Genova e del Teatro dell'Archivolto.
Come è noto, la stagione congiunta delle due strutture teatrali genovesi vuole essere la prima tappa di un più ambizioso progetto, che in un prossimo futuro dovrebbe dare vita a un unico, eclettico organismo, capace di trasformare Genova e la Liguria in una capitale del teatro non solo nazionale ma anche internazionale.
Intanto, il cartellone, forte di ben 60 titoli, offre al pubblico la possibilità di muoversi con un unico abbonamento tra quattro sale diverse – il Teatro della Corte, il Teatro Duse, il Teatro Gustavo Modena e la Sala Mercato – e di spaziare tra nuova drammaturgia, classici, teatro civile, commedia, musica, letteratura, danza.
Partner istituzionali della stagione INSIEME 2017/18 sono il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il Comune di Genova e la Regione Liguria, a cui si affianca il fondamentale sostegno della Compagnia di San Paolo e di IREN. Prezioso il contributo degli sponsor, Novi, COOP, Finsea, SAAR, Silomar e Sampierdarena Olii.

Gli spettacoli di produzione sono naturalmente il cuore pulsante del cartellone proposto dal Teatro Stabile e dal Teatro dell'Archivolto e il mese di ottobre offre subito quattro novità: oltre al già citato Spregelburd, debutteranno in sequenza Il Nome della rosa, adattamento del celebre romanzo di Umberto Eco con la regia di Leo Muscato (al Teatro della Corte dal 17 al 29 ottobre); Spoon River, che il regista Giorgio Gallione ha tratto dall'Antologia di Edgar Lee Masters e dal disco di Fabrizio De André Non al denaro, non all'amore né al cielo (al Teatro Gustavo Modena dal 19 ottobre al 5 novembre), e L'esecuzione di Vittorio Franceschi, che vede lo stesso autore in scena insieme a Laura Curino per la regia di Marco Sciaccaluga (al Teatro Duse dal 27 ottobre al 5 novembre).

Coprodotto insieme alla Comédie de Caen, il Teatro di Liegi e la Comédie de Reims, scritto e diretto dal drammaturgo argentino Rafael Spregelburd - oggi riconosciuto tra i più importanti al mondo - e recitato da un cast multietnico, Fine dell'Europa consolida la dimensione internazionale del Teatro Stabile di Genova. Composto da due capitoli autonomi, lo spettacolo gioca provocatoriamente con otto diversi scenari: la fine dei confini, la fine dell'arte, la fine della nobiltà, la fine della storia nel capitolo intitolato "L'Europa in pezzi"; la fine della sanità, la fine della realtà, la fine della famiglia e la fine dell'Europa in "Altri pezzi d'Europa". In scena al Duse sino al 20 ottobre.

Il nome della rosa è la prima versione teatrale del romanzo che ha rivoluzionato la storia della letteratura italiana. Coprodotto dagli Stabili di Genova, Torino (dove ha felicemente debuttato prima dell'estate) e del Veneto, si basa sulla versione teatrale del romanzo di Umberto Eco scritta da Stefano Massini (il pluripremiato autore di Lehman Trilogy) e adattata per questa messa in scena dal regista Leo Muscato. In scena un cast corale, su cui spiccano Eugenio Allegri, Luigi Diberti e Luca Lazzareschi.

Già prodotto dal Teatro dell'Archivolto nel 2009, lo spettacolo Spoon River, diretto da Giorgio Gallione, torna con una nuova edizione. Un cast composito di attori e danzatori fa rivivere i desideri, le passioni, le debolezze, i ricordi di una comunità di defunti, resi immortali dalle poesie di Edgar Lee Masters e poi cantati da Fabrizio De André. Teatro "capovolto" con gli spettatori sul palco e la scena costruita nella platea del Teatro Gustavo Modena svuotata dalle poltroncine.

Scritto nel 2008 da Vittorio Franceschi e diretto da Marco Sciaccaluga, L'esecuzione, prodotto dal Teatro Stabile di Genova insieme a Emilia Romagna Teatro Fondazione (e infatti il debutto è stato a Modena nella passata stagione) racconta l'oggi attraverso i pensieri di un immaginario disertore in attesa del suo destino: un affondo implacabile nelle storture di un mondo distopico, non troppo lontano dal nostro.

La stagione INSIEME 2017/18 proseguirà sino a maggio 2018. Tra spettacoli ospiti e produzioni, incluse ulteriori prime nazionali, sui palchi della Corte, del Duse, del Modena e della Sala Mercato si alterneranno alcuni degli attori e dei registi più affermati della scena italiana e non solo, tra cui
Alessandro Gassmann, Gabriele Lavia, Claudio Bisio, Eros Pagni, Silvio Orlando, Neri Marcorè, Fausto Paravidino, Ascanio Celestini, Valerio Binasco, Emma Dante, Elisabetta Pozzi, Alessandro Baricco, Marcial Di Fonzo Bo, Virgilio Sieni, Franco Branciaroli, Gioele Dix, Umberto Orsini, Lella Costa, solo per citare alcuni nomi.

Le diverse formule di abbonamento e i biglietti singoli per tutti gli spettacoli sono in vendita presso le biglietterie del Teatro della Corte, del Teatro Gustavo Modena e del Teatro Duse.

Tutte le informazioni su www.teatrostabilegenova.it e www.archivolto.it

06 IL NOME DELLA ROSA DSC 6019

dal 17 ottobre al 29 ottobre 2017
Teatro della Corte

Il nome della rosa
di Umberto Eco
versione teatrale Stefano Massini (© 2015)
regia e adattamento Leo Muscato

interpreti (in ordine alfabetico) Eugenio Allegri, Giovanni Anzaldo, Giulio Baraldi, Luigi Diberti, Marco Gobetti, Luca Lazzareschi, Bob Marchese, Daniele Marmi, Mauro Parrinello, Alfonso Postiglione, Arianna Primavera, Franco Ravera, Marco Zannoni

scene Margherita Palli
costumi Silvia Aymonino
musiche Daniele D'Angelo
luci Alessandro Verazzi
produzione Teatro Stabile di Genova, Teatro Stabile di Torino, Teatro Stabile del Veneto

Il fascino e il mistero di uno dei più importanti romanzi del Novecento rivivono dopo la fortunata trasposizione cinematografica, sulle assi di un palcoscenico. La storia è assai nota: siamo nel Basso Medioevo, in un monastero benedettino dell'Italia settentrionale. Qui giunge Guglielmo da Baskerville, monaco inglese ed ex inquisitore, insieme al suo giovane allievo Adso, con l'incarico di mediare un incontro tra i francescani e gli emissari del papa di Avignone, Giovanni XXII. Durante la settimana di permanenza di Guglielmo e Adso, nel monastero vengono uccisi sette monaci: tutti i delitti sembrano ruotare attorno alla biblioteca del monastero, che nasconderebbe un misterioso segreto legato al secondo libro della Poetica del filosofo Aristotele.
Se è vero che al centro dell'opera di Eco vi è la feroce lotta fra chi si crede in possesso della verità e chi al contrario concepisce la verità come libera conquista dell'intelletto umano, è altrettanto vero che non è la fede a essere messa in discussione ma due modi differenti di viverla. Uno è serioso, l'altro fortemente ironico. Anche per questo proveremo a raccontare questa storia con una lieve leggerezza che possa qua e là sollecitare il riso, con buona pace del vecchio frate Jorge.
Leo Muscato

Martedì 17 ottobre, a partire dalle ore 19,45, la prima rappresentazione de Il nome della rosa sarà preceduta nel foyer della Corte da un breve concerto di musica medievale organizzato in collaborazione con il Conservatorio Paganini. L'ingresso al concerto è libero.
Giovedì 19 ottobre, alle ore 16.30 presso la Biblioteca Berio, incontro con la Compagnia de Il nome della rosa in collaborazione con la Società Dante Alighieri. Introducono Marco Salotti e Francesco De Nicola. Ingresso libero.

Spoon River Elena Friso ph Bepi Caroli

dal 19 ottobre al 5 novembre 2017
Teatro Gustavo Modena

Spoon River
da Edgar Lee Masters e Fabrizio De André
regia e drammaturgia Giorgio Gallione

con Elsa Bossi, Ugo Dighero, Rosanna Naddeo, Giorgio Scaramuzzino
e i danzatori Luca Alberti, Angela Babuin, Emanuela Bonora (repliche del 22, 24, 25, 26, 27, 28, 29 ottobre), Filippo Bandiera, Massimo Cerruti, Eleonora Chiocchini, Francesca Zaccaria (repliche del 19, 20, 21, 31 ottobre, 1, 2, 3, 4, 5 novembre)

coreografie Giovanni Di Cicco
scene e costumi Marcello Chiarenza
musiche originali Mario Arcari
luci Aldo Mantovani

produzione Teatro dell'Archivolto

in collaborazione con DEOS Danse Ensemble Opera Studio
L'Antologia di Spoon River è pubblicata da Giulio Einaudi editore

Suggestioni letterarie e poetiche si intrecciano con il linguaggio del teatro danza in questo spettacolo liberamente ispirato all'Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters e al concept album Non al denaro, non all'amore né al cielo di Fabrizio De Andrè.
Il regista Giorgio Gallione sovverte l'abituale prospettiva spaziale, posizionando gli spettatori sul palco e gli attori e i danzatori nella platea dell'ottocentesco Teatro Modena, svuotata dalle poltroncine e trasformata in un sorprendente bosco metafisico. Qui si aggirano, come sospese in un limbo, le anime dei defunti sepolti in un cimitero di collina, ovvero i personaggi creati da Edgar Lee Masters e cantati da Fabrizio De André – il Farmacista Trainor, il Giudice, lo Scemo del villaggio, il Suonatore Jones, il Medico, il Blasfemo, il Malato di cuore a cui l'anima sfugge mentre bacia l'amata... Liberi di raccontarsi senza le falsità e le sovrastrutture tipiche della vita, ci rendono partecipi dei loro destini, confessando pulsioni, desideri, meschinità, e svelando quell'anelito alla libertà e alla felicità che contraddistingue l'umanità tutta.

"Spoon river" l'ho letto da ragazzo, avrò avuto 18 anni. Mi era piaciuto, e non so perché mi fosse piaciuto, forse perché in questi personaggi ci trovavo qualcosa di me. Poi mi è capitato di rileggerlo e mi sono reso conto che non era invecchiato per niente. Soprattutto mi ha colpito un fatto: nella vita si è costretti alla competizione, magari si è costretti a pensare il falso o a non essere sinceri, nella morte invece, i personaggi di Spoon River si esprimono con estrema sincerità, perché non hanno più da aspettarsi niente, non hanno più niente da pensare. Così parlano come da vivi non sono mai stati capaci di fare.
Fabrizio De Andrè

Venerdì 13 ottobre alle ore 21 presentazione dello spettacolo Spoon River con Giorgio Gallione presso la libreria Libro Più (via Anfossi 228 R, Genova Pontedecimo). A cura del Gruppo Koiné. Ingresso libero.

Venerdì 27 ottobre alle ore 18 nella Sala Mercato incontro / aperitivo con Giorgio Gallione e gli attori Ugo Dighero e Giorgio Scaramuzzino. Conduce Paolo Borio. A cura degli Amici dell'Archivolto. Ingresso libero.

L esecuzione HD 2 ph Luca Bolognese

dal 27 ottobre al 5 novembre
Teatro Duse

L'esecuzione
di Vittorio Franceschi

regia Marco Sciaccaluga
interpreti Vittorio Franceschi, Laura Curino

scene e costumi Matteo Soltanto
musiche Andrea Nicolini

luci Vincenzo Bonaffini

produzione Teatro Stabile di Genova, Emilia Romagna Teatro

Ambientato in una prigione, oltre le cui mura si odono voci di bambini, il suono della risacca marina e il frusciare di coleotteri, L'esecuzione racconta l'ultimo giorno di vita di un disertore condannato a morte, che, grazie alla compagnia di una misteriosa guardiana, che sembra detenere la storia dell'intera umanità, trova conforto nell'affondare la memoria tra ricordi, suggestioni e rimpianti, conditi con lucidità, momenti di grande lirismo ed ironia anche di fronte a un destino segnato.
L'attesa beckettiana consumata tra le mura, offre al condannato l'occasione per fare un bilancio della propria esistenza. L'unico contatto con l'esterno è una finestra priva della sua capacità di sguardo, come lo stesso disertore accecato. La notte che ha davanti è l'inizio di una fine: è il momento di ammettere che egli non ha abbandonato solo la patria ma la battaglia stessa della vita.

È difficile trovare sempre nuovi stimoli per fare teatro. Di cosa vogliamo parlare? Di terrorismo?
Di inquinamento? Di corruzione? Oppure di pensioni, di precariato, di femminicidio e di barconi che affondano? C'è solo l'imbarazzo della scelta. Con L'esecuzione ho cercato di raccontare l'oggi senza raccontare una storia reale con tutti i suoi intrecci. Ho seguito un percorso diverso, fatto di brevi accenni e strappi e ritorni di un passato che forse è il nostro futuro, e non intende rivelarsi del tutto. Attraverso la finzione scenica – l'attesa di una esecuzione che avrà luogo domani – prende corpo e parola nei due protagonisti, pur restando metafora, un tormento interiore estremo, accompagnato, anzi indotto, da un urgente bisogno di verità. È così che un uomo e una donna, nella loro solitudine, ci indicano la necessità di un riscatto, di una rinascita che può arrivare solo attraverso una spietata messa a nudo del proprio di dentro, con tutte le ferite che tale scavo procura. Direi che ce n'è un grande bisogno, in quest'epoca arrogante e filistea, le cui ferite si comprano al supermarket già cicatrizzate. Vittorio Franceschi

Vittorio Franceschi, bolognese classe '36, è uno dei grandi protagonisti della scena teatrale italiana. Come attore torna a lavorare su un suo testo diretto da Marco Sciaccaluga dopo il successo di A corpo morto, vincitore del Premio della critica nel 2009. Come autore ha scritto molti testi pluripremiati fra cui ricordiamo Scacco Pazzo (1989) e Il sorriso di Daphne (2002).

Venerdì 3 novembre, ore 17,30 nel foyer della Corte, incontro pubblico con Vittorio Franceschi, Laura Curino e Marco Sciaccaluga. Conduce Umberto Basevi. Ingresso libero.

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ALLA CORTE TORNA IN SCENA "IL BORGHESE GENTILUOMO", DIRETTO E INTERPRETATO DA FILIPPO DINI

Martedì 7 novembre (ore 20.30) al Teatro della Corte torna in scena, dopo il grandissimo successo della scorsa stagione, "IL BORGHESE GENTILUOMO" coprodotto dal Teatro Stabile di Genova insieme a Fondazione Teatro Due di Parma. La regia dello spettacolo è di Filippo Dini che è anche protagonista insieme a Valeria Angelozzi, Sara Bertelà, Ilaria Falini, Davide Lorino, Orietta Notari, Roberto Serpi, Marco Zanutto, Ivan Zerbinati. Le scene e i costumi sono di Laura Benzi, le musiche di Arturo Annecchino, le luci di Pasquale Mari. La versione italiana è di Cesare Garboli.
"IL BORGHESE GENTILUOMO", si snoda intorno alla figura, sempre comicissima, del ricco borghese Monsieur Jourdain, che potrebbe godersi le proprie ricchezze accumulate in una vita e invece si mette in testa di elevare il proprio status ed è pronto a tutto pur di conquistare il rango di nobile. Per questo non esita a trascurare moglie e figlia, indifferenti al "titolo" e si circonda di una serie di sedicenti maestri delle discipline necessarie per divenire un nobiluomo. In realtà questi loschi figuri, truffatori e compiacenti parassiti, cercano in ogni modo di sfruttare le sciocche ambizioni di Jourdain, derubandolo sotto i suoi stessi occhi.
"IL BORGHESE GENTILUOMO", scritta e rappresentata per la prima volta nel 1670, intreccia elementi della tradizione classica con quelli della Francia del '600. Come spesso accade nel suo teatro, anche qui Molière grazie ad una satira sferzante e a meccanismi comici pressoché perfetti, riflette sul concetto di classe e di pregiudizio, mettendo alla berlina la corte di Luigi XIV, società del suo tempo.
"Monsieur Jourdain – dice il regista Filippo Dini – è un personaggio insieme ridicolo e commovente, divertente e contradditorio e profondamente solo. Un uomo a metà tra la più antica tradizione del teatro comico e la più crudele volgarità del nostro quotidiano. Molière riesce in un'impresa titanica: ridere di Monsieur Jourdain è ridere di noi spettatori, del nostro tempo, della nostra epoca folle e misera consegnandoci un teatro apparentemente basso, ridicolo ed esilarante ma al tempo stesso un teatro, come diceva Cesare Garboli "che derideva e deformava la realtà senza mai detestarla".
"IL BORGHESE GENTILUOMO" è in scena al Teatro della Corte dal 7 al 12 novembre.
Lo spettacolo è in scena dal martedì al sabato alle ore 20.30, domenica alle ore 16.
La recita del giovedì di ogni spettacolo in cartellone, inizia alle 19.30.

Per ulteriori informazioni: www.teatrostabilegenova.it

Geppetto e Geppetto-Paolo Li Volsi Tindaro Granata-Foto Lanna

DAL 22 NOVEMBRE TORNA IN SCENA IL PLURIPREMIATO "GEPPETTO E GEPPETTO" DI E CON TINDARO GRANATA

Dopo un successo crescente di pubblico e i numerosi premi vinti (fra cui Ubu e Hystrio) "GEPPETTO E GEPPETTO" del giovane drammaturgo siciliano Tindaro Granata, torna in scena da mercoledì 22 novembre alle 20,30 alla Sala Mercato del Teatro dell'Archivolto.
La regia dello spettacolo, prodotto dal Teatro Stabile di Genova insieme al Festival delle Colline Torinesi e a Proxima Res, è di Tindaro Granata che è anche protagonista insieme ad Alessia Bellotto, Angelo Di Genio, Carlo Guasconi, Paolo Li Volsi, Lucia Rea e Roberta Rosignoli. La scena è di Margherita Paldoni, le luci e i suoni sono di Cristiano Cramerotti.
Tony e Luca stanno insieme da anni ed hanno il desiderio di un figlio. Come il falegname di Collodi, i due "creano" con la pratica di procreazione G.P.A. (Gestazione per Altri) Matteo, il loro bambino. I primi anni di vita del bimbo sono gioiosi e spensierati fino a quando la morte di Tony, il suo padre biologico, cambia repentinamente le cose.
Crescendo, Matteo comincia a rifiutare l'affetto dell'altro papà che lo ha cresciuto e amato ma, con il quale, per legge, non ha nessun legame di sangue e questa condizione di figlio "non riconoscibile" gli fa rinnegare tutto l'amore ricevuto.

"GEPPETTO E GEPPETTO" è una storia sulla complessità dei rapporti umani, un testo su un tema quanto mai attuale che propone anche alcuni interrogativi: che cosa vuol dire essere genitore? Ed essere figlio? Cosa intendiamo quando parliamo di famiglia? Interrogativi che grazie ad uno spettacolo di grande umanità, offrono l'occasione di riflettere e di sorridere.

"GEPPETTO E GEPPETTO" è in scena alla Sala Mercato fino a sabato 25 novembre con i seguenti orari: da mercoledì al sabato alle ore 20.30. La recita del giovedì inizia alle ore 19.30.

Tutte le informazioni su www.teatrostabilegenova.it e www.archivolto.it

PIAZZA BORGO PILA 42
16129 GENOVA
TEL. +39 010 534 21
FAX +39 010 534 2510
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Ultima modifica il Giovedì, 18 Ottobre 2018 09:30
La Redazione

Questo articolo è stato scritto da uno dei collaboratori di Sipario.it. Se hai suggerimenti o commenti scrivi a comunicazione@sipario.it.

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